Società

Spagna: in rialzo solo la fuga di capitali

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Le banche spagnole sono prese d’assalto, anche se senza clamori e senza (per ora) fila agli sportelli: nei primi 7 mesi del 2012, stando agli ultimi dati resi noti dalla Banca Centrale di Spagna, sono fuggiti all’estero quasi 300 miliardi di euro ($368.80 miliradi di dollari), cioe’ il 17.7% del totale dei depositi.

Il deflusso di capitali dal sistema bancario spagnolo e’ in fase si accelerazione, di pari passo con l’aggraversi della situazione economica e occupazionale del paese, che prelude alla richiesta di aiuti della Soagna alla Ue, come poi accadra’ nelle prossime settimane anche per l’Italia. Nel mese di giugno sono usciti dalle banche spagnole $70.90 miliardi, e in luglio il deflusso e’ stato peggiore, con $92.88 miliardi, pari al 4.7% dei depositi.

Questa e’ l’Europa di cui politici e burocrati a Bruxelles non vi vogliono parlare: quella che conferma il fallimento di tutte le politiche europee perseguite fin qui, l’incapacita’ assoluta di sanare alla radice il cancro dei debiti in pancia al sistema banche/stati. Non e’ ancora l’apice della crisi in Europa, ma l’accelerazione e’ evidente, pur nel totale silenzio dei media di regime controllati da lobby politiche e bancarie transnazionali.

La Spagna nell’agosto 2012 è come la Grecia dell’agosto 2011: stessi problemi, stesse risposte mancate, stessa crisi. Solo di gran lunga peggiore, si legge in un articolo del quotidiano inglese The Guardian, che riassume oggi oggettivamente la situazione. Eccone alcuni stralci.

“L’incontro dei mercati finanziari europei della settimana scorsa ha riflesso la convinzione che fosse stato fatto abbastanza per mantenere le cose tranquille fino a tutto il mese di agosto. Questo, però, fino a quando la regione di Valencia ha annunciato di avere bisogno dell’aiuto finanziario di Madrid”.

“Il governo spagnolo ha reagito giurando per un momento che non esisteva neppure una remota possibilità di chiedere un intervento di soccorso che coinvolgesse il Fondo monetario internazionale e imponendo la messa al bando della vendita allo scoperto delle azioni. I mercati sono rimasti poco impressionati da questa palese dimostrazione di inettitudine”.

“La Spagna si sta dirigendo inesorabilmente verso un bailout, che avverrà quasi certamente molto presto. Immaginare che il promesso pacchetto di 100 miliardi di euro a sostegno delle banche spagnole fosse sufficiente è fumo negli occhi.
La Spagna è un paese con un’economia al collasso, un mercato immobiliare in via di implosione, banche che alimentano perdite colossali e un rendimento dei bond decennali del 7,5%. La questione non è sapere se ci sarà un bailout, ma quanto sarà grande. Con ogni probabilità, almeno 300 miliardi di euro”.

“A collegare la Spagna con quanto accade in Grecia è il fatto che l’approccio fallito che ha portato la Grecia al punto di non ritorno adesso sta per essere messo alla prova con un paese dell’eurozona molto più grande e più importante da un punto di vista strategico”.

“La lezione appresa dal caso della Grecia è chiara: quando un’economia è in caduta libera, tagliare la spesa e aumentare le tasse porta a livelli di indebitamento di gran lunga maggiori, non inferiori. La Spagna sta ricalcando le orme della Grecia lungo questa china a spirale che inizia con una crescita debole e una disoccupazione in aumento e si conclude con ingenti bailout che fanno più male che bene”.