Società

SPACCATURA
BERLUSCONI-INDUSTRIALI

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(WSI) – “La cultura del posto fisso è un ritorno al passato non possibile che negli anni scorsi ha creato problemi”. E’ quanto ha dichiarato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine di un convegno, commentando le dichiarazioni di ieri del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti che ha elogiato il posto fisso, al punto da individuarlo come “la base della stabilità sociale”. Ma Berlusconi difende il suo ministro: “Per noi il posto fisso è un valore e non un disvalore”. Il titolare dell’Economia sorpreso dal clamore suscitato dalle sue parole: “Non è che se uno dice sì al posto fisso dice sì ai fannulloni”.

Marcegaglia contro Tremonti. A margine di un convegno sul made in Italy la leader degli industriali ha infatti spiegato che un ritorno al posto fisso sarebbe un salto nel passato non più proponibile anche perché “in questo Paese ha creato problemi, un aumento della disoccupazione, del sommerso per esempio nel Mezzogiorno, e ha creato nella pubblica amministrazione questa logica dell’assenteismo e dei fannulloni tanto deprecato”. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare accedendo alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!

“Ovviamente – ha aggiunto Marcegaglia – nessuno è a favore della precarietà e insicurezza in un momento come questo, in particolare. Però noi siamo per la stabilità delle imprese e dei posti di lavoro che peraltro non si fa per legge” ha aggiunto. Per le imprese, dunque, il problema è duplice: “Da una parte – ha sottolineato la numero uno di Confindustria – serve fare riforme per rendere le imprese più competitive, dall’altra serve una flessibilità regolata e tutelata come quella fatta con Treu e Biagi che ha creato tre milioni di posti di lavoro”.

“Noi siamo quindi dell’idea che bisogna investire in ammortizzatori, formazione e in un migliore incontro tra domanda e offerta come indicato nel libro bianco del ministro Sacconi”, ha detto ancora Marcegaglia sottolineando comunque che il grosso del precariato non arriva dall’industria “dove il lavoro è più stabile”, ma è da cercare nell’università, nella Pubblica amministrazione e nella scuola. “E’ a questo che dobbiamo dare una risposta”, ha aggiunto. “La forza di questo Paese non è la cultura del posto fisso ma proprio come dice Tremonti sta nei 5 milioni di imprenditori piccoli e medi che rischiano, vanno sui mercati e cercano di fare tutto il possibile anche in un momento come questo”, ha concluso.

Berlusconi difende il ministro. “La polemica della sinistra sulle dichiarazioni di Tremonti e sul posto fisso è l’ennesima conferma della malafede di molti esponenti della sinistra – afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una dichiarazione – Confermo la mia completa sintonia con il ministro Tremonti. Per noi, come dimostrano i provvedimenti presi in questi mesi a tutela dell’occupazione, è del tutto evidente che il posto fisso è un valore e non un disvalore. Così come sono un ‘valore’ le cosiddette partite Iva”.

“Il governo – ha aggiunto Berlusconi – è a fianco dei milioni di italiani che lavorano come collaboratori dipendenti così come è a fianco di milioni di italiani che intraprendono, rischiano e producono ricchezza per sè e per i loro collaboratori, nell’interesse dell’Italia”.

Tremonti sorpreso. “Non è che se uno dice sì al posto fisso dice sì ai fannulloni”. Il ministro dell’Economia è apparso molto sorpreso dal clamore suscitato dalla sua difesa del posto fisso e da Lussemburgo, dove partecipa al Consiglio Ecofin, ha cercato di chiarire alcuni elementi, sottolineando che anche in un paese come l’America “ora si cerca la stabilita”. Ma ha eluso ogni domanda sulle conseguenze politiche dalla sua affermazione di ieri. “Io non sono un fanatico che vede nella mobilità un valore in sè”, ha replicato.

Tremonti ha detto di aver raccolto ieri l’assenso dell’ex ministro Tiziano Treu quando ha affermato che “il precariato è stato portato dalla globalizzazione, ma le leggi lo definiscono con elementi di stabilita. Con la legge non puoi abolire in lavoro precario – ha scandito il ministro – ma puoi fare in modo che sia meno duro e ansiogeno”. Il ministro ha insistito: “Se uno vi chiede se preferite stare al caldo o al freddo mi pare una cosa molto normale rispondere al caldo”. Tutto questo per spiegare che la sua valutazione non è assolutamente una novità: “L’ho scritto – dice – anche nel mio libro di due anni fa”.

Brunetta contro. Ma non tutti, nel governo, sono concordi nel difendere il posto fisso: “Tremonti vorrebbe una nuova società dei salariati, solo che questa non risponde alle esigenze di flessibilità che pone il sistema. La sua è una soluzione del Novecento che non va più bene in questo secolo, non si può tornare indietro”, ha detto in una intervista a Repubblica il ministro della Funzione pubblica.

La proposta di Renato Brunetta è di “spalmare le esigenze di flessibilità su tutte le forze lavoro occupate. So bene – ha detto – quanto sia delicato questo argomento, basti pensare agli scontri, tra riformisti e conservatori, intorno all’articolo 18”. Per il ministro “bisogna tornare all’alleanza tra capitale e lavoro, quella che ti dà la flessibilità nella partecipazione, che ti dà l’inclusione e che fa diventare il lavoratore uno shareholder, un azionista, che può gestire le sue azioni nella mobilità”.

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‘Confermo la mia completa sintonia con Tremonti. Per noi il posto fisso e’ un valore e non un disvalore’. Lo afferma il premier Berlusconi.

E un valore sono anche le cosiddette partite Iva, prosegue Berlusconi, per il quale ”la polemica sulle dichiarazioni di Tremonti e sul posto fisso e’ l’ennesima conferma della malafede degli esponenti della sinistra”.

‘Il governo -aggiunge- e’ a fianco degli italiani che lavorano come collaboratori dipendenti e di quelli che ‘intraprendono e rischiano”.