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Sotto attacco, la Federal Reserve da oggi si apre e diventa meno segreta

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New York – Oggi per la prima volta nella storia il numero uno della Federal Reserve sara’ sottoposto alle domande dei giornalisti e prendera’ la parola davanti al mondo intero, in seguito alla riunione del comitato direttivo. Ben Bernanke terra’ infatti la prima conferenza stampa pubblica post-riunione del FOMC. L’obiettivo del banchiere e dei suoi colleghi e’ di rendere piu’ chiara la politica monetaria americana dell’istituto, spesso accusato di scarsa trasparenza.

Non si contano le polemiche che negli ultimi tempi hanno colpito l’istituto e che sono piovute da tutti i fronti, anche politico. Uno dei piu’ accaniti contestatori e’ da sempre il deputato texano Ron Paul, che da anni si batte senza mezzi termini per l’abolizione della Fed. Di recente ha persino introdotto un disegno di legge per chiederne l’azzeramento dei poteri. Rispondendo alle domande dei giornalisti Bernanke provera’ a migliorare l’immagine dell’istituto, cercando di dare alla Fed un’unica voce, in vista delle difficili scelte che dovranno essere prese per mantenere l’economia Usa sulla strada della ripresa, dopo gli aiuti post-crisi subprime concessi alle multinazionali americane, servendosi dei soldi dei contribuenti.

In cima alla lista dei pensieri di Bernanke c’e’ il rientro graduale dalle misure straordinarie assunte per far fronte alla crisi. Il messaggio, secondo gli analisti, riguardera’ probabilimente la conclusione delle misure straordinarie di allentamento monetario (Quantitative Easing 2). Con ogni probabilita’ ancora una volta il comitato composto da 10 membri non tocchera’ i tassi, scesi praticamente a livello zero. I sette uomini e tre donne dovranno inoltre decidere se estendere o meno il programma di acquisto di bond da 600 miliardi di dollari, che scadra’ a giugno. Ed e’ altamente probabile che venga interrotto per quella data.

Finora la formula scelta dalla Fed e’ stata di minimizzare i rischi di inflazione, sostenendo che la ripresa si sta rafforzando, anche se la disoccupazione resta a livelli troppo elevati. Domani molto probabilmente la banca centrale si dira’ meno ottimista sulla ripresa, che rischia di subire i contraccolpi della riduzione del deficit pubblico e del caro benzina.