Mercati

SOS Pop Vicenza: costretta a tagli e a fusione. “Unica soluzione”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Banche italiane in affanno e alla ricerca di nuove risorse per sopravvivere a uno scenario che, complici anche i tassi rasoterra promossi dalla Bce, non è certo di aiuto alla loro redditività. E così, dopo i 2.600 esuberi annunciati da MPS, arriva l’annuncio di Popolare di Vicenza, per bocca del presidente Gianni Mion.

Parlando a margine della presentazione di Space 2/Avio Mion, in vista del cda di oggi, rende noto un piano di esuberi che lui stesso definisce “importante” nei numeri.

“E’ un numero importante: 1.300-1.500” e “purtroppo non è possibile utilizzare il fondo per gli esuberi bancari del Governo: “Questo è un esubero strutturale, non è una cosa temporanea. Noi forse abbiamo commesso l’errore di dirlo subito”.

Mion elenca quelle che sono le priorità del cda:

“Primo il tavolo di conciliazione, secondo l’azione di responsabilità e poi il piano”. E’ fondamentale, ha aggiunto, “convincere le organizzazioni sindacali che abbiamo questi esuberi per i quali dobbiamo trovare una soluzione”.

Il presidente di Pop Vicenza non nasconde l’urgenza dei tagli, affermando che “non possiamo più aspettare”, così come, stando alle sue dichiarazioni,  una eventuale fusione con Veneto Banca sembra l’unica soluzione. Alla domanda se ci siano già contatti di Pop Vicenza con Veneto Banca, Mion afferma:

“Sì certo, quando bussano a casa mi trovano sempre. Se ci sono alternative ho sempre detto che bisogna vederle. Questa qui è quella che è venuta in mente, non solo a me ma anche ad altri. Se poi ci sono altre soluzioni a me va bene, non è un problema. Ma al momento non vedo altro“.

Nel rispondere all’interrogativo se i soldi del fondo Atlante possano bastare per risanare Pop Vicenza, il presidente fa notare:

“Per rilanciare la banca abbiamo bisogno di soldi sicuro. Lo dirà il piano: speriamo di farlo nei prossimi due mesi”. E aggiunge: “Tutti parlano di fiducia, ci vorrà tempo per recuperarla e quindi speriamo nel piano, con cui capiremo quali sono i fabbisogni, cosa può fare Atlante, cosa possono fare altri soci”. Sull’opzione di ricorrere ad altri soci: “No, secondo me sarebbe tempo perso perché prima bisogna andare con i problemi risolti. Risolvere il problema dei costi, della nuova dimensione della banca, poi vedremo”.