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Sorry Europa, ormai non ti crede più nessuno. Meglio rassegnarsi

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Roma – Provate a confrontare queste due dichiarazioni. La prima, riportata da Reuters: “Il debito greco è ormai fuori controllo e le politiche del governo non stanno riuscendo a rimettere in sesto le finanze”. La dichiarazione arriva da una commissione parlamentare indipendente della Grecia composta da esperti. La seconda, riportata da Bloomberg: “Il debito greco si trova in un percorso stabile di assestamento e le nuove stime dimostreranno che con il secondo pacchetto di aiuti verranno ridotte le passività nette”. In questo caso, a parlare è Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici e monetari.

Nulla di strano se la prima venisse dall’Europa e la seconda dalla Grecia, visto che si tratterebbe di un altro disperato tentativo del paese ellenico di rassicurare i mercati. E invece no, l’esatto contrario. Le prime vengono da uno studio greco, le seconde sono le parole di Rehn. Sorry Europa, si lamentano sempre più i media americani, ma ormai non ti crede più nessuno.

QUESTA E’ LA VERITA’ -“Il continuo aumento del debito, l’elevato deficit primario … hanno reso più acerba la dinamica dell’indebitamento, ormai fuori controllo”, si legge nel report stilato da un comitato di esperti incaricato dal ministero delle Finanze della Grecia. “È chiaro ormai che il problema del paese non sia solo nella dimensione di debito accumulata, ma anche nell’incapacità di consolidare l’attuale gestione fiscale. Nonostante gli sforzi intrapresi fino ad ora, nessun surplus di bilancio è stato raggiunto, e anzi, il deficit è addirittura aumentato”.

QUESTE SONO SOLO BUGIE – Lo studio condotto dall’Unione europea suggerisce che, “vista la partecipazione del settore privato, il debito governativo (greco) al netto dei collaterali calerà al di sotto delle precedenti stime”, ha detto durante una audizione parlamentare Rehn. “Includendo il prestito per accumulare i collaterali in un contesto di coinvolgimento dei privati, il rapporto del debito è in effetti aumentato rispetto alle precedenti stime. Tuttavia, il rapporto dovrebbe iniziare a diminuire dal 2013”.