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Sondaggi: Pd passa in testa al 29,8%, PdL giu’ al 27,1%

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Secondo il primo sondaggio a caldo post referendum sulle opinioni di voto svolto la sera del 14 giugno dall’istituto Iposos di Nando Pagnoncelli e annunciato a Ballaro’, il 41% degli italiani pensa che “il berlusconismo sia alla fine” e che la piu’ grave colpa del governo e’ aver operato male soprattutto sui temi sociali come “lavoro” e “occupazione”.

Il sondaggio, condotto con interviste telefoniche ad un campione di oltre 1000 persone tra le 18:30 e le 20:30 offre questo quadro sulle intenzioni di voto degli italiani per specifici partiti:

PD 29,8%
PDL 27,1%
LEGA 10,2%
SEL 8,5%
IDV 6,4%
UDC 5,2%
5 STELLE 4,0%
FLI 3,3%
SINISTRA 1,4%
API 1,1%
VERDI 1,1%
ALTRI 1,9%

Alla domanda chi pensate sia il presidente del consiglio piu’ adatto oggi, la risposta e’ stata: Bersani 36%, Berlusconi 24%, Casini 18%. Alla domanda sul “berlusconismo”, le risposte sono state: 41% e’ alla fine di un ciclo; 31% puo’ riorganizzarsi e ripartire; 27% non cambiera’ assolutamente nulla.

Le note piu’ negative del sondaggio sull’operato del governo, divise per grandi temi, hanno evidenziato che il 43% degli interpellati ritiene che il governo ha operato male su lavoro e occupazione, il 30% indica scuola e educazione e il 20% la giustizia, oltre ad una serie di temi minori con percentuali nettamenti inferiori. La questione per la quale l’esecutivo trova invece il favore positivo dei cittadini interpellati nel sondaggio risulta essere “la tenuta dei conti pubblici”, giudicata la piu’ positiva tra le azioni intraprese dal governo, scelta dal 24%. Alla domanda: “cosa la indurebbe a cambiare la sua opinione da negativa a positiva”, il 18% ha risposto “una riforma della legge elettorale condivisa con l’opposizione”; il 41% “una riduzione delle tasse”; e infine il 15% indica la giustizia.

Tra le altre domande i sondaggisti di Pagnoncelli hanno chiesto di indicare il leader preferito nella compagine di centro-destra, nel caso si dovesse scegliere un successore a Berlusconi. I piu’ votati sono i seguenti nomi:

Tremonti 19%
Casini 17%
Fini 17%
Maroni 8%
Alfano 4%

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Roma, 15 giu. (TMNews) – Crollo di fiducia costante nel governo Berlusconi, ora al 29%. Sorpasso di una ipotetica coalizione di centrosinistra, formata da Pd, Idv e Sel, che supera il blocco leghista e pidiellino di 3,5%. E’ quanto emerge dal sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.

Il sorpasso – secondo la ricerca – è nelle cifre. Il centrosinistra (Pd, Idv, Sel, Verdi, Psi e radicali) si attesta al 42,5%, il centrodestra (Pd, Lega e satelliti vari) si ferma al 39%. Il Terzo polo si ferma al 13% (con l’Udc al 7% e Fini al 3,5%). Fuori dai tre blocchi si piazzano Rifondazione e i Comunisti italiani (1,5%) e il movimento Cinque stelle (2,5%). Significativa la questione Lega. Mentre in passato il Carroccio e il Pdl funzionavano come vasi comunicanti (al calo di uno corrispondeva l’incremento dell’altro), stavolta le cose sono andate diversamente. In particolare per gran parte dell’elettorato leghista sempre più insofferente alla deriva presa dal Pdl, stretto tra leggi ad personam e festini ad Arcore.

Se queste sono le cifre, però, la partita può non avere un esito certo. Perché da una parte un centrodestra “di nuovo conio” e senza Berlusconi – emerge ancora dal sondaggio – potrebbe tornare ad attirare l’elettorato moderato, dall’altra il centrosinistra sembra ancora carente dal punto di vista della leadership e dei programmi.

Fiducia in Berlusconi è al 29%, l’appeal del Cavaliere – sostiene lo studio – è in caduta libera: anche solo rispetto al gennaio di quest’anno (40%) a pochi giorni dalla fiducia conquistata con l’arrivo dei Responsabili. In crescita il numero di coloro che non hanno più fiducia nel presidente del Consiglio: per la prima volta si arriva a quota 60%. Male anche il governo: solo il 23% dichiara fiducia a fronte di un robusto 62%.

Tra i ministri, Angelino Alfano è in testa. Alle sue spalle il ministro dell’Interno Roberto Maroni: il leghista arriva al 58%, superando di un punto il titolare del Welfare Maurizio Sacconi. Calo secco (-3%) di Giulio Tremonti.