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SNIA: NASCE PATTO CONTRO FUSIONE CON BIOS

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Sei investitori istituzionali che detengono complessivamente il 12,6% di Snia, società chimica e biomedica italiana, si sono riuniti in un patto di sindacato, della durata di sei mesi.

Tramite il patto intendono contrapporsi all’azionista di controllo della società, cioè Biosdue, società che fa capo a Emilio Gnutti e che intenderebbe fondersi con Snia.

Il patto di sindacato afferma dunque di volere difendere l’investimento fatto, anche a costo di intraprendere azioni legali contro qualsiasi azione, fusione e non, che potrebbe mettere a rischio l’investimento.

Il timore infatti è che dopo un’eventuale fusione, vengano venduti gli asset di Snia e ridisegnato la strategia del gruppo, con forte diluizione dell’investimento.

Gli azionisti che si sono riuniti nel patto di sindacato sono DPFM Ltd, K Capital Partners Llc, Centaurus Alpha Master Fund Limited, OZ Management Llc, Schroder International
Selection Fund
, Seneca Capital Lp.

In particolare: ciascuno degli azionisti aderenti al patto si è impegnato ad astenersi dal vendere, trasferire, sottoporre a pegno, vincolare o disporre in qualsiasi altro modo delle azioni possedute, senza aver preventivamente informato gli altri azionisti del patto e aver concesso a ciascuno di loro la possibilità di presentare un’offerta per l’acquisto delle azioni oggetto di disposizione.

L’impegno è assunto con riferimento ad atti di disposizione che vengano effettuati sia sul mercato che fuori mercato e anche nell’ipotesi in cui l’atto di disposizione avvenga tramite un’asta.

Le condizioni di presentazione dell’offerta e di assegnazione delle azioni saranno stabilite in buona fede dall’azionista aderente al patto che effettua l’atto di disposizione, in ogni caso secondo termini che non risultino discriminatori o svantaggiosi per nessuno degli azionisti aderenti al patto.

Questo accordo non ha valore e non trova applicazione in caso il trasferimento sia effettuato da un azionista aderente al patto a favore di una società interamente posseduta dal medesimo, o della propria controllante o di una società controllata dalla propria controllante.

A parte ciò, gli azionisti del patto si sono accordati anche:

ad agire congiuntamente per opporsi a qualsiasi operazione o accordo che dovessero considerare pregiudizievole per l’investimento da ciascuno effettuato in Snia, purché tale azione congiunta non comporti una violazione dei propri documenti costitutivi e dei documenti informativi diretti agli investitori;

a comunicare agli altri azionisti aderenti al patto ogni atto di acquisto o altra operazione a seguito della quale ciascuno di loro acquisti o abbia acquistato la proprietà di azioni Snia;

a non compiere azioni da cui possa derivare a carico degli azionisti aderenti al patto l’obbligo congiunto di lanciare un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria su azioni Snia;

a non intraprendere trattative con l’azionista o gli azionisti di controllo di Snia e/o di Bios S.p.A. e/o di Biosdue S.p.A. e/o altro soggetto collegato all’azionista di controllo, che riguardino eventuali accordi aventi ad oggetto le proprie azioni, senza aver prima consultato gli altri azionisti aderenti al patto e avere da loro ottenuto conferma che tali trattative risultano essere condotte a vantaggio di tutti gli azionisti del patto.

Consob, Commissione di controllo per le società e la borsa, non conferma per ora di aver ricevuto comunicazioni di alcun genere.

Dopo il lancio dell’offerta pubblica di acquisto a €2, Biosdue detiene ora il 50,1% di Snia.

Tra gli altri azionisti si contano invece anche Banca d’Italia, che detiene il 2,1%, e Morgan Stanley Dean Witter, con il 2,4%.

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