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SIAMO IN RIPRESA? COSA DICONO GLI INDICATORI

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Gli ultimi dati macroeconomici, sebbene segnino la definitiva uscita dell’economia americana dalla recessione, evidenziano una divergenza tra l’andamento degli indicatori relativi alla fiducia dei consumatori e quello degli ordinativi delle industrie, segnale reale della fiducia delle imprese sull’attivita’ economica.

In questo momento di rodaggio della ripresa quello che emerge e’ cioe’ uno scollamento tra la fiducia del mondo dei consumatori e lo stato reale dell’economia. Vediamo i fatti.

Per il mese di marzo sia l’indice della fiducia Michigan che quello del Conference Board hanno raggiunto dei risultati piuttosto rassicuranti. Il primo e’ stato rivisto a quota 95,7, attestandosi ad un valore che non raggiungeva dal dicembre del 2000. Il secondo, con un valore di 110,2 si e’ riportato al livello precedente agli attacchi dell’ 11 settembre.

Indicazioni quindi ottimistiche che pero’,prese singolarmente, non rappresentano che una faccia della medaglia. Se a questo aggiungiamo che il grosso balzo in avanti fatto da entrambi gli indicatori nel mese di marzo e’ stato accresciuto dall’ affieviolirsi delle preoccupazioni riguardanti il caso Enron e delle paure di un possibile attacco terroristico, tali dati devono essere interpretati con una certa cautela.

Osservando poi con particolare attenzione l’ultimo dato degli ordini di beni durevoli, uno degli indicatori piu’ adatti a misurare la fiducia del mondo imprenditoriale sullo stato di salute dell’economia, si giunge ad una piu’ realistica riflessione.

Il dato degli ordini di beni durevoli di febbraio, infatti, in rialzo per il terzo mese consecutivo, ha beneficiato dell’incremento degli ordini nel settore dei trasporti mentre vi e’ stato un calo degli stessi per i computer, semiconduttori, e prodotti metallici. Inoltre, il dato non ha mostrato alcuna variazione degli ordini di impianti e attrezzature.

Dalla scomposizione di questo dato emerge percio’ che gli ordinativi, che tra l’altro costituiscono il 30% dell’ISM, l’indice dei manager americani responsabili degli ordini di acquisto, sono trainati da un unico settore, quello dei trasporti.

Per il resto le condizioni di una ripresa ci sono. Le scorte di magazzino continuano a calare mentre la produzione industriale sale in un contesto di bassa inflazione. La fiducia degli imprenditori sull’ attivita’ economica e’ aumentata, cosi’ come testimoniato dall’ottimo risultato del sondaggio del investor optimism Index. Inoltre, dal punto di vista macroeconomico i segnali di una ripresa si erano gia’ fatti vedere all’inizio di marzo con l’indice dei manager americani responsabili degli ordini di acquisto ISM per la prima volta dopo 18 mesi al disopra di quota 50.

E’ evidente dall’andamento degli indici negli ultimi giorni che gli investitori aspettano maggiori conferme, non solo dagli indicatori macroeconomici, ma soprattutto dalle indicazioni delle aziende e dai risultati trimestrali di bilancio della oramai prossima stagione degli utili.

Gianluca Guerrini e’ analista finanziario per Wallstreetitalia