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SHANGHAI, SHENZHEN E IL VERO ‘MADE IN CINA’

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

(WSI) – Acquistare Fondi azionari “Cina”, Etf o certificati che seguono gli indici Hang Seng China o Xinhua/Ftse China per investire sulla Borsa della Repubblica Popolare è come sedersi al tavolo del miglior ristorante del mondo e ordinare un uovo sodo. Nella maggior parte dei prodotti distribuiti in Italia, il peso dei listini di Shanghai e Shenzhen, le principali piazze del Paese, protagoniste di un rally memorabile negli ultimi anni,è quasi nullo. Il motivo è legato alla complessità del mercato cinese, con diverse categorie di azioni e di difficile accesso per gli investitori privati

Per questo l’indice più utilizzato da Banche emittenti e Società di Gestione è l’Hang Seng China Enterprise: ma al suo interno vi sono società come la HSBC ( che pesa per il 20% nell’indice) che fanno solo un terzo dei guadagni in Cina, o aziende legate al settore petrolifero il cui prezzo dipende più dall’andamento del petrolio che dall’effettiva crescita economica cinese.

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E guardando alle performance, risulta ancora più evidente che si tratta di indici molto diversi: sette sedute sono bastate allo Shanghai B ( la B indica la classe di azioni dedicate ai non residenti) per realizzare il 25,53% ( solo +3,01% invece per l’HSCEI) , e quel -8,8% che diede il via alla profonda e breve correzione di fine febbraio, è soltanto un ricordo. Allargando lo sguardo agli ultimi dodici mesi, la differenza di performance è eclatante:a fronte di un 35% di crescita per l’indice Hang Seng China Enterprise (quotato in dollari di Hong Kong) , lo Shenzhen B ha messo a segno un rialzo del 120% ( quotato nella medesima valuta)mentre ha superato il 180% l’incremento dello Shanghai B Share, il tutto nonostante l’indebolimento del dollaro americano ( valuta di riferimento).

Per investire sui due indici sono quotati al SeDeX due certificati di tipo Benchmark , emessi da Abn Amro con scadenza 18 aprile 2010. Per entrambi l’investimento minimo è pari ad un certificato, corrispondente quindi a pochi euro. Un ultimo dato, utile per capire quanta strada abbiano già fatto questi due certificati,riguarda l’incremento assoluto registrato dal giorno di emissione: il 20 giugno 2005 il Benchmark Certificate sullo Shanghai SE quotava 5,33 euro ( oggi 21,72 euro) mentre quello sull’indice della seconda piazza azionaria del Paese quotava 2,33 euro ( 6,675 euro oggi).

Codici ISIN: NL0000194942 – NL0000194934

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