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Sette cose da considerare veramente porno

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ROMA (WSI) – Facciamo qualche nome: La Vie d’Adèle, Nymphomaniac, La Grande Bellezza. Anche se non avete visto nessuno di questi film, letto il fumetto “Il Blu è un colore caldo” o intrapreso il tour romano seguendo i passi di Jep Gambardella, è possibile che abbiate un’idea, anche vaga, di quello di cui questi film parlano. Che potrebbe benissimo essere: lesbiche francesi/film molto lungo- porno/film molto lungo- Roma/film molto lungo.

La Vie D’Adèle aveva sollevato un gran polverone circa la lunghezza del film stesso (troppo lungo, troppo sesso, troppo lunghe le scene di sesso, poco realistico, troppo lesbico, troppo poco lesbico), La Grande Bellezza se questo è o meno il modo in cui vogliamo che l’Italia venga rappresentata all’estero, e Nymphomaniac ha acceso i riflettori, e le chiacchere, sul porno. Il che ci porta a chiederci: cosa rende un film pornografico? Nymphomaniac è un film pornografico? Che diavolo di roba è, il porno? Primo: Nymphomaniac, come è già stato detto non è un film porno, o sul porno, o un film con elementi pornografici. Non è nulla di tutto questo ma ha sicuramente il gran merito d’aver convogliato un certo tipo di attenzione intorno ad un argomento di cui in “rete” si parla tanto, da tanto, ed in tanti modi.

Breve viaggio nel vasto mondo del porno online.

Partiamo da Pornhub, che oltre ad aver lanciato una geniale campagna per trovare un nuovo direttore creativo, gestisce con impagabile maestria un blog collaterale in grado di mandare in brodo di giuggiole ogni amante degli insights più spinti: dalla diversa fruizione di porno degli stati repubblicani rispetto a quelli democratici al traffico del sito durante la cerimonia olimpica, gli insights – ed il porno- visti da vicino che più vicino non si può. Porno data (1).

Ma cos’è, esattamente, il porno? Non è Nymphomaniac, s’è detto.
Ma non è nemmeno una landa triste e desolata fatta di droghe, tette rifatte e filmati tutti uguali:

“Dire che tutto il porno è tutto uguale è come affermare che tutta la musica è uguale, e questo solo perché tu ascolti soltanto la classifica dei quaranta migliori singoli. Sì, abbiamo tutti presente il porno dove una donna bionda apre la porta e fa sesso con il fattorino delle pizze. Beh, c’è una valanga di porno diversi, là fuori!” E se lo dice lei, c’è da crederci.

Lei è Bella Vendetta, performer in “film per adulti”, modella, giornalista ed artista, ed ha un messaggio molto chiaro per tutti coloro che ritengono il porno una roba brutta, triste, trita e ritrita: “Esistono tonnellate di porno. C’è molto, molto di più nell’industria dei film per adulti che il solito ragazza bionda con grosse tette finte viene scopata da dietro, cumshot- fine. E se questo non è quello che ti piace, cerca allora qualcosa che ti piaccia!”

Ma… (a questo punto c’è sempre un ma) “Ora, quello che devi tenere presente, è che se cerchi qualcosa che sia fatto eticamente da persone che amano il loro lavoro, dovrai pagare per averlo. Non troverai questo tipo di fantastico materiale nei siti gratuiti e se lo trovi vuol dire che è stato rubato, e se è così fantastico, perché non vorresti pagare gli artisti per il loro duro lavoro? Il fatto è questo: l’industria del porno gaymaletube.video continua a produrre UN certo tipo di porno perché le persone continuano a comprarlo. Perciò, se a te non piace, va’ e investi i tuoi soldi in altro!”. Il porno della domanda e dell’offerta (2).

Volete mettere mano al portafoglio e non vedere più, almeno per un po’, casalinghe annioiate e baby-sitter intraprendenti? Perfetto! Le ragazze del porno stanno cercando proprio voi. Progetto 100% italiano, Le ragazze del porno si muovono nel solco del Manifesto della regista svedese di corti pornografici Mia Engberg per reclamare un porno migliore, e farlo in maniera molto, molto diretta e concreta:

L’industria del porno è sessista perché viviamo in una società patriarcale e capitalista. Si arricchisce dei bisogni che la gente ha di sesso ed erotismo e nel farlo sfrutta le donne. Per combattere il pornosessismo devi distruggere capitalismo e patriarcato.

Sono 11, sono molto decise, e hanno grandi progetti: se la campagna di finanziamento andrà a buon fine verranno prodotti da un minimo di tre ad un massimo di 10 cortometraggi, per un film collettivo che si intitola -per ora- My Sex. Riot porn (3).

L’idea di un crowfounding su Indiegogo vi sembra fin troppo mainstream e volete sì finanziare del buon porno alternativo, ma farlo anche in maniera alternativa? Ecco qui: Four Chambers vuole sì vostri soldi, ma li vuole in maniera assai ingegnosa, tramite Bitcoin ed Amazon Gift Card per acquistare tutto il necessario a creare nuovi filmati. Di necessità virtù, un vero e proprio crafty porn (4).

Chiudiamo questo excursus al di fuori del “porno tutto uguale” con Fuck For Forest, il porno che fa per voi se fra i vostri veri e sinceri interessi (oltre al porno) c’è l’ecologia. Irresistibile claim”Change reality with love and sexuality!”, per un sito che contiene del porno, ma ha anche una missione: salvare il pianeta. Qui potete inoltre partecipare in prima persona, inviando, a latere della vile pecunia, foto e filmati. Il ricavato verrà poi devoluto a progetti che salvaguardano l’amata madre terra. Porno per una buona causa (5).

Va bene, ok, il messaggio è chiaro: là fuori di porno c’è n’è tanto, tantissimo. Per tutti i gusti e per tutte le tasche, per ogni scopo e per ogni spettatore. Nonostante questo, nonostanto il mondo sconfinato di possibilità e di entusiati attori e attrici, nonostante la possibilità di salvare degli alberi, non riuscite proprio a togliervi dalla testa l’idea che la pornografia sia una cosa becera come poche cose al mondo? Porn Studies è la rivista che fa per voi, una serissima rivista accademica dedicata al porno e a tutto quello che gi sta intorno, con profonde, sincere ed accademiche discussioni intorno ad ogni aspetto della pornografia, dal porno femminista ai diversi generi di porno e la loro distribuzione all’interno degli Stati Uniti. Per un porno senza sensi di colpa. Porno accademico (6).

Non solo contenuti, non solo riflessioni epistemiologiche: anche l’occhio vuole la sua parte. E in un mondo di cinepanettoni ed americanate, di film brutti e fiction ancor più brutte, dove trovare ancora del vero spirito indie, del sincero amore per le storie, le inquadrature che sembrano delicate immagini di Instagram e una colonna sonora deliziosa? Porno gay. Sì, esatto porno gay. Il porno gay è la nuova frontiera del cinema indie, parola di The Daily Dot. Come Wes Anderson, più di Wes Anderson. Come Looking, ma più di Looking. Come la HBO, ma effettivamete in atto e non solo in potenza. Indie porn (7).

Perché, cosa ha che fare il porno con la HBO? Beh…

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Wired – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

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