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SEMPRE MENO MATRICOLE IN BORSA

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La volatilita’ registrata a Wall Street nelle ultime settimane ha condizionato negativamente il mercato delle IPO (offerte pubbliche d’acquisto).

Molte societa’, nonostante alcuni analisti prevedessero una ripresa del settore delle offerte pubbliche con il debutto sul mercato della divisione Wireless di AT&T, hanno infatti posticipato o addirittura annullato il loro ingresso in borsa.

Questa tendenza va nella direzione opposta degli ultimi cinque anni quando la popolarita’ dei titoli tecnologici ha spostato l’attenzione degli investitori verso il settore delle matricole di borsa del settore high-tech, dove i guadagni sembravano arrivare molto facilmente.

Mentre nel passato gli investitori cercavano di valutare le loro mosse sulla base delle performance e dello stato finanziario di una societa’, verso la meta’ degli anni novanta gli investitori si sono buttati a capofitto nel settore dell’high-tech con la speranza di imbattersi in societa’ con prospettive di crescita simili a Microsoft (MSFT) e America Online (AOL).

Solo nel 1999, sono sbarcate sul mercato Usa 556 nuove societa’- il doppio rispetto all’anno precedente. Tutte hanno registrato rialzi record attirando un altissimo numero di investitori. Nella maggior parte dei casi il segreto del loro successo e’ da ricercarsi nel nome: un “.com”, “networks”, “solutions” o “systems” garantiva loro ottime performance fin dal debutto in borsa.

La corsa all’oro, tuttavia, sembra essere terminata visto che il numero di matricole e’ sensibilmente diminuito rispetto all’anno scorso e piu’ della meta’ delle IPO previste in aprile ha rinunciato alla quotazione in borsa – dall’inizio dell’anno un totale di 50 societa’ ha posposto o annullato l’ingresso sul mercato.

Molto interesse si e’ creato attorno alla divisione wireless di AT&T, la piu’ grande IPO americana di tutti i tempi, che, con il debutto di due settimane fa e’ riuscita a raccogliere $10 miliardi per una capitalizzazione di mercato di $65 miliardi.

Il successo di AT&T Wireless, tuttavia, non preannuncia di fatto una ripresa del mercato delle IPO visto che la societa’ ha beneficiato delle ottime performance attese per l’intero anno 1999 – ci si attende un rialzo degli utili del 30% rispetto al 1998 intorno al miliardo di dollari – nonche’ di una forte crescita nel settore e della popolarita’ del marchio AT&T.

La maggior parte delle aziende che sono comunque arrivate alla quotazione senza interruzioni di sorta sono molto piccole – con una capitalizzazione di mercato dell’ordine dei $100 milioni – e ai primi livelli di crescita.

Per tali societa’ i rischi legati alla fluttuazione del titolo sono di gran lunga inferiori a quelli legati ai grandi gruppi industriali – i pochi che hanno voluto continuare il percorso verso la quotazione, hanno registrato forti ribassi con valori anche sotto il prezzo di collocamento.

La decisione di attendere tempi migliori per andare avanti con le IPO, ha messo un gran numero di societa’ sotto pressione creando una lunga lista di aziende che, vista la diminuzione dei capitali provenienti dai venture capital e le prospettive per un rialzo dei tassi, ora si trovano a dover prendere una decisione sul da farsi.

Molte hanno scelto di vendere piuttosto che attendere ancora e continuare a registrare performance negative.

Ne e’ un esempio The Hull Group Inc. che, dopo aver ritirato una IPO da $85 milioni, la settimana scorsa ha annunciato che e’ intenzionata a ritirare l’offerta pubblica in modo da rendere possibile la fusione con Goldman Sachs.

Lo scenario che molti analisti prevedono per i prossimi mesi e’ questo: gli investitori sono avvisati.

Ben Statz e’ un economista che collabora con il servizio americano d’informazione economica Dismal.