Economia

Segretario Commercio Usa: Cina la più protezionista, va punita

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Si intensifica la guerra commerciale a parole tra Cina e Stati Uniti. Il nuovo Segretario del Commercio Usa Wilbur Ross ha definito la Cina il paese più protezionista al mondo. Le dichiarazioni del businessman e politico miliardario hanno messo in difficoltà i mercati finanziari, in particolare quelli cinesi che hanno perso terreno quest’oggi.

Da Davos, dove è in corso di svolgimento il World Economic Forum, il presidente cinese Xi Jinping ha difeso il libero commercio, dichiarando che la globalizzazione non è colpevole di tutti i mali e che anche se ha creato problemi questa non dev’essere una scusa per cancellarla, bensì per adattarla. Xi ha ricordato che “in una guerra commerciale nessuno ne esce vincitore”.

Ross, che detiene un patrimonio sui 2,5 miliardi di dollari secondo le stime di Forbes, ha detto che una cosa è parlare di libero commercio e una cosa è applicarlo in concreto. Ross vorrebbe che la Cina e altri partner commerciali si adoperino in questo senso.

Ross, che ha fatto una fortuna rilanciando aziende manifatturiere in crisi, ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero offrire la possibilità di accedere al vasto mercato americano soltanto alle “nazioni che accettano di stare al gioco e rispettare gli standard del fair trade“.

Chi non rispetta le regole va sanzionato in modo severo, secondo il Segretario del Commercio. Ross vorrebbe che i paesi che mettono in atto politiche commerciali “calluniose” vengano puniti “in modo severo”. 

In questo frangente Ross ha chiaramente puntato il dito contro la Cina, che ha definito “il paese più protezionista al mondo tra i più grandi”. I commenti del futuro rappresentante del Commercio del governo Usa hanno messo al tappeto le Borse cinesi (segui live blog di mercato).

Le politiche protezioniste promesse da Donald Trump rischiano di provocare una guerra commerciale con la Cina e altri paesi concorrenti. Il neo presidente eletto, che si insedierà domani alla Casa Bianca, ha proposto di imporre dazi contro i beni importati da paesi svalutatori della propria moneta e Ross sembra favorevole a questa opzione.

Secondo Trump le tariffe doganali “giocano un ruolo importante come strumento negoziale e, se necessario, come punizione contro chi non rispetta le regole del gioco”. Trump ha anche lanciato l’idea di imporre una tariffa del 35% contro quelle case automobilistiche e quelle società che delocalizzano, trasferendo posti di lavoro all’estero.