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SEC: CRESCONO RECLAMI SU BROKER E ANALISTI

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Nel primo trimestre di quest’anno gli investitori non sono rimasti delusi solo dal mercato, ma anche dai propri broker.

La Securities and Exchange Commission (SEC) ha infatti confermato che nei primi tre mesi dell’anno al quinto posto tra i reclami piu’ comuni sono state le raccomandazioni inappropriate da parte di broker e analisti.

Questo problema – che l’anno scorso non e’ mai entrato a far parte della classifica delle 10 principali lamentele – ha registrato un aumento del 58%.

Molti degli investitori insoddisfatti sono, secondo il presidente della SEC Laura Unger, pensionati che miravano a investimenti conservatori e si sono invece ritrovati tra le mani titoli tecnologici o altre azioni speculative.

I broker sono tenuti a considerare se gli investimenti consigliati sono adatti ai bisogni, alla condizione finanziaria, all’obiettivo d’investimento e alla tolleranza al rischio del cliente, ma “c’e’ stato un certo livello di euforia sia da parte dei broker che degli investitori”, ha sottolineato Unger.

L’aumento delle proteste riguardo le tecniche di vendita dei broker riflette poi l’accresciuto numero di investitori che si e’ rivolto a societa’ di gestione del capitale rispetto all’anno scorso.

Nel 2000, infatti, i problemi maggiori si sono verificati con i broker online; nel primo trimestre le rimostranze riguardo agli intermediari via Internet sono scese al 22% dal 35% dell’anno scorso.

E’ vero pero’ che i reclami di solito aumentano durante l’ orso, in quanto durante i periodi di crescita del mercato l’aumento dei prezzi azionari puo’ facilmente mascherare gli errori dovuti a consigli inappropriati.

Il crollo del mercato ha fatto aumentare anche le lamentele di altri investitori: i gestori dei fondi comuni.

Un sondaggio di Reuters ha infatti rivelato che i 3/4 dei gestori di fondi americani intervistati reclama la mancanza di indipendenza degli analisti. La contemporanea attivita’ di ricerca e di investimento bancario delle societa’ di Wall Street diluirebbe la credibilita’ dei loro rapporti.

Come risultato, il 62% dei manager intende aumentare la ricerca in-house entro i prossimi 12 mesi e un terzo degli intervistati pensa di ridurre l’uso degli studi degli analisti.