Società

SE VINCE BUSH, NUOVA PROSPERITA’ REAGANIANA

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Alcune riflessioni economico-finanziarie sulla possibilita’ che George W. Bush si aggiudichi la Casa Bianca e che i repubblicani continuino a dominare la scena politica di Washington:

1) il neo-presidente Bush avrebbe la possibilita’ di far passare il piano di stimolo fiscale piu’ ambizioso dai tempi dei grandi tagli fiscali di Ronald Reagan all’inizio degli anni ’80.

2) Mentre questo scenario favorisce la possibilita’ di enormi sgravi fiscali, non sembra realistica la possibilita’ di un taglio di $1.300 miliardi come ha promesso Bush. La ragione e’ che la vittoria repubblicana, se ci sara’, verra’ con margini talmente stretti da non poter garantire grandi spazi di manovra.

3) La Federal Reserve dovrebbe affrontare la possibilita’ che un enorme sgravio fiscale si verifichi effettivamente entro il 2002. Dal momento che l’efficacia della politica monetaria Usa viene normalmente verificata in un periodo di uno-due anni, segue che la Fed dovrebbe cominciare sin d’ora a includere questo risultato nella prossima decisione sui tassi di interesse.

4) Un’elezione con questi risultati avrebbe inoltre un effetto sostanziale sulla composizione del consiglio di amministrazione della Fed: Bush avra’ l’opportunita’ di nominare due seggi vacanti. Inoltre, il presidente della Fed, Alan Greenspan, compira’ 75 anni il prossimo marzo. Rimane la questione se sara’ interessato a far rinnovare il proprio mandato alla prossima scadenza del 2004.

5) Una vittoria di Bush potrebbe aiutare il mercato azionario, ma danneggerebbe senz’altro il mercato dei tassi. Ragione: gli sgravi fiscali agiranno da stimolo per gli investimenti azionari.

6) Il mercato obbligazionario potrebbe entrare in una spirale ribassista a causa dei timori legati al piano di stimolo fiscale e all’erosione del surplus del budget Usa. L’incertezza sul futuro della politica fiscale Usa potrebbe inoltre contribuire al rialzo dei tassi di interesse nel breve termine, facendo rialzare la curva dei tassi con differenziali sostanziali rispetto agli attuali.

7) Questa spirale ribassista del mercato obbligazionario non si verificherebbe subito, pero’, perche’ il piano fiscale di Bush sarebbe comunque approvato tra un anno e non prima.

8) Un’altra considerazione storica aiuterebbe il mercato obbligazionario, almeno nel breve termine: e’ stato dimostrato piu’ volte che negli ultimi 20 anni gli stimoli fiscali alla fine hanno contribuito ad aumentare le casse del fisco. Questo effetto positivo e’ chiaro se consideriamo la crescita economica Usa in paragone con quella delle economie europee, dove gli elevati oneri fiscali hanno rallentato la crescita.

9) Infine, i mercati guarderanno con attenzione alle nuove nomine governative di posti chiave, come il Dipartimento del Tesoro, soprattutto se consideriamo che il 42% dei titoli di stato Usa sono nelle mani di investitori stranieri. Il consigliere economico di Bush, Lawrence Lindsey (ex membro del consiglio di amministrazione della Fed) potrebbe diventare il nuovo segretario del Tesoro. In realta’, i mercati preferirebbero avere un segretario del Tesoro con un back-ground piu’ nel mondo del business. Insomma, uno che capisca meglio le esigenze e le dinamiche di Wall Street.

Per una copertura completa vedi ELEZIONI USA:
SPECIALE WALL STREET ITALIA

* Tony Crescenzi e’ capo analista della sezione Capital Markets alla boutique finanziaria Miller Tabak & Co.