Società

Sdoganato lo slogan di Occupy Wall Street: ora lo adottano tutti

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New York – Ha il sapore degli slogan della protesta americana di una volta, come uno di quelli che agitavano i manifestanti contro la guerra del Vietnam o della rivoluzione statunitense. Oggi quel siamo il 99% è più che mai attuale. Coniato nella piazzetta del Zuccotti Park e sbandierato da chi ha partecipato al movimento pacifico Occupy Wall Street, è diventato nell’arco di pochi mesi il nuovo tormentone adottato nei dibattiti sociali Oltreoceano.

Per la sua facilità di comprensione e brevità ha fatto proseliti. Al grido di “We are the 99%” i Democratici al Congresso hanno chiesto al presidente Barack Obama maggiori sforzi per rivitalizzare il mercato del lavoro; lo stesso hanno fatto i Repubblicani ma sul terreno delle riforme. Lo ha utilizzato l’emittente CBS in uno spot radiofonico in cui invitava gli ascoltatori a occupare il loro divano di casa. Il giorno del Ringraziamento era sulla bocca delle famiglie statunitensi che scherzavano così su chi dovesse prendere il posto a tavola.

Tra gli addetti ai lavori c’è chi sostiene che abbia la stessa potenza evocativa di quelle frasi storiche rimaste impresse nella coscienza collettiva. Dal “Yes we can” che gridavano i sostenitori di quello che sarebbe diventato l’inquilino della Casa Bianca a “We Shall Overcome” abbracciato dal movimento dei diritti civili la storia americana è costellata di frasi ad effetto.

“L’idea dietro lo slogan che piace tanto adesso ha le sue radici in un decennio in cui il divario di redditi tra gli americani più abbienti e la classe più povera si è allargata a dismisura”, ha spiegato l’economista Joseph E. Stiglitz a Vanity Fair. Mai come oggi, insomma, bastano poche parole per raccontare l’evidenza.