Società

SCONTRO GENERALI

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(WSI) –
Chi scrive qui ama andare
controcorrente. Dirà dunque tre cose in
poche righe che saranno considerate da molti
autorevoli e accreditati osservatori
persino oltre ogni soglia
di sopportabile provocazione.
La prima. Con lo scioglimento
del progetto Eurizon
e l’allontanamento di
Mario Greco, i capi di Intesa
Sanpaolo distruggono per un
multiplo assai considerevole
in un solo colpo più valore
industriale di quanto sia stato
compromesso nelle tanto famigerate
tre scalate abortite
nel 2005, delle quali tutti continuiamo a occuparci
come fossero state la sentina del Paese e
della sua classe dirigente.

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La seconda. Ieri il
presidente di Generali Bernheim ha fatto la
sua scelta, e ha scelto Intesa rispetto alla SuperUnicredit,
sostenendo che la quota detenuta
in Mediobanca dalle due banche unite di Milano
e Roma rappresenta un grave rischio per
la compagnia triestina.

La terza. I vertici di Intesa
hanno subito risposto, dicendo che la faccenda
“deve” essere subito risolta. Chiunque,
di fronte a questi toni ultimativi, è chiamato a
una sobria riflessione, intorno al corretto galantomismo
che regnerebbe oggi nel mondo finanziario
italiano, dopo la rotta dei tanto esecrandi
furbetti del quartierino.

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