Economia

Schulz: “L’Europa salva le banche, ma rischia di perdere una generazione”

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ROMA (WSI) – Il dibattito non è nuovo, ma se ha deciso di riportarlo in auge il presidente del Parlamento europeo, Martin Schultz è perché è sempre più d’attualità. Con una disoccupazione conclamata a livello record in Spagna, Grecia, Portogallo e Italia, si torna sempre lì. “L’Europa ha speso centinaia di miliardi per salvare le banche, ma potrebbe aver perso un’intera generazione di giovani, facendo questo”, denuncia Schultz in un’intervista a Reuters.

La vera novità è che da oggi il politico di stampo socialista prende posizione: ha deciso di dire basta. E dirlo forte e chiaro: “Non ha senso chiedere soldi e sacrifici alla gente per darli alle banche”. Da quando la crisi del debito è emersa con tutta la sua forza nel 2009, l’Unione europea ha creato complessi meccanismi di salvataggio per i Paesi più in difficoltà e per le banche a un passo dal fallimento, ma non ha quasi fatto nulla per affrontare l’impatto sociale della stessa crisi, in particolare sulla disoccupazione”. Risultato: “Questo ha portato a crescenti proteste, aumentando il rischio di collasso sociale in alcuni Paesi”.

“Una delle più grandi minacce in Europa è che la gente ha perso completamente la fiducia nella capacità dell’Unione europea di risolvere i problemi – ha proseguito la sua analisi Schultz – . E se le giovani generazioni perderanno fiducia, l’Ue sarà davvero a rischio”.

Poi ha ricordato che in un dibattito in cui ha preso parte di recente è stato contestato da una donna spagnola, che l’ha accusato di aver abbandonato i giovani per salvare le banche.

“Quando mi sono sentito dire: “Tu hai dato 700mila milioni di euro al sistema bancario e quanti soldi hai per me?”, ho capito che abbiamo tanto da fare per stabilizzare le giovani generazioni di Paesi come la Spagna, la Grecia, l’Italia e il Portogallo”, ha ammesso il presidente del Parlamento europeo. “Noi siamo i campioni del mondo nel fare dei tagli, ma abbiamo dimostrato di avere ancora meno idee quando si tratta di stimolare la crescita”.

“La Grecia, la Spagna e l’Italia hanno generazioni di giovani preparati come mai successo prima. Sono pronti per andare a lavorare, ma la società gli risponde: “Adesso non c’è posto per te”. La sua proposta è quella di dare sovvenzioni direttamente laddove sia necessario, ai governi regionali e locali “perché sappiano impiegare meglio quei fondi di quanto fatto in passato”.