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Schiaffo agli Usa. Cooperazione intelligence tra Iraq, Siria, Iran e Russia contro l’Isis

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ROMA (WSI) – L’Iraq ha iniziato a bombardare i combattenti dell’Isis con l’aiuto di un nuovo centro di intelligence, gestito da Russia, Iran e Siria. E’ quanto riporta il Washington Times, sottolineando come la cooperazione tra i quattro paesi stia allarmando la Casa Bianca.

Stando alle indiscrezioni segnalate a Reuters da Hakim al-Zamili, responsabile della commissione parlamentare di difesa e sicurezza dell’Iraq il centro, operativo da almeno una settimana, avrebbe già fornito servizi di intelligence utilizzati utilizzati nel corso di un bombardamento aereo contro una riunione di esponenti dello Stato islamico.

Gli Usa non hanno nascosto la loro irritazione. “Riteniamo che gli sforzi coordinati che vengono compiuti attraverso la nostra coalizione anti-Isis saranno più efficaci rispetto agli sforzi unilaterali di nazioni come Russia e Siria”, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.

Earnest ha ricordato che la coalizione guidata dagli Stati Uniti, lanciata in Iraq più di un anno fa, “sta lavorando in modo efficace con gli iracheni per fare progressi contro l’Isis in Iraq”.

La Casa Bianca è chiaramente preoccupata, per il ruolo crescente che la Russia, in modo unilaterale, sta assumendo in Medio Oriente, dopo che due settimane fa il presidente russo Vladimir Putin ha autorizzato la campagna militare di bombardamenti contro i ribelli della Siria, che includono sia i membri dell’Isis, ma anche i guerriglieri appoggiati dagli Stati Uniti che si oppongono al presidente siriano Bashar Assad, a sua volta alleato da tempo di Mosca.

Diversi esponenti del partito repubblicano Usa non hanno lesinato tuttavia critiche alla strategia anti-Isis dell’amministrazione Obama; in particolare, John McCain, presidente della Commissione di servizi armati del Senato, ha affermato che il caos in Siria dimostra come la risposta degli Stati Uniti in termini di politica estera “stia annaspando” e come sia necessaria una risposta più ferma.

“Non possiamo tirarci fuori dall’affrontare la Russia in Siria, come Putin pensa che faremo. Il suo intervento ha aumentato i costi e rischi di un maggior coinvolgimento degli Stati Uniti in Siria, ma non ha messo in discussione i passi che dobbiamo fare. Di fatto, li ha resi ancora più un obbligo”, ha scritto McCain in un articolo pubblicato sul sito Cnn.com.

Tornando al centro di intelligence, situato a Baghdad, vi stazionano almeno due generali russi. al-Zamili ha riferito inoltre che ognuno dei quattro paesi che collaborano nella gestione del centro (Russia, Siria, Iran e Iraq) ha sei rappresentanti che condividono informazioni di intelligence, organizzando meeting della Zona Verde di Baghdad, proprio quella che un tempo ospitava il quartiere generale delle forze di occupazione Usa.

Nei giorni scorsi sia il governo iracheno che le milizie sciite appoggiate dall’Iran si sono lamentate della scarsa efficacia delle operazioni militari condotte dalla coalizione Usa anti-Isis, accusandola di non riuscire a prendere decisioni immediate per far fronte alla minaccia dello Stato islamico.

Nel frattempo un portavoce del Pentagono, colonnello Steve Warren, ha affermato di non aver avuto il modo di verificare la fondatezza delle indiscrezioni che parlano di una cooperazione militare tra l’Iraq, l’Iran, la Siria e la Russia, e ha ribadito che la coalizione Usa sta avendo successo nel combattere l’Isis. (Lna)