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Sapelli: veto M5S è arrivato da Bruxelles

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Giulio Sapelli, il professore outsider che era a un passo da diventare primo ministro del “governo del cambiamento”, sostiene che l’ordine di dire no alla sua candidatura sia arrivato da Bruxelles. Secondo Sapelli, nome scelto dalla Lega che in passato ha espresso opinioni contrarie al progetto dell’Europa unita attuale, “c’è un asse Di Maio-Mattarella prono all’Europa“.

“Per reggere alle pressioni servirebbero due partiti, non un partito e un movimento peristaltico”, ha dichiarato in radio a Massimo Giannini. Per Sapelli, secondo cui nel programma si diceva che andavano rinegoziati i trattati europei, punto di scontro con il Quirinale, il piano definito da M5S e Lega “era molto ragionevole”, ma ormai “le Camere non contano più niente”.

Il programma, spiega l’ex professore di Storia Economica della Statale di Milano a Radio Capital, “aveva come inizio la conditio sine qua non per salvare questo paese dalla catastrofe: rinegoziare i trattati europei. Una rinegoziazione senza strappi unilaterali, per eliminare il fiscal compact o almeno attutirne le conseguenze. Su questo punto sono d’accordo non al cento ma al mille per cento”. E proprio questo punto sarebbe stato il motivo dello stop che, per Sapelli, è arrivato da Bruxelles.

Dopo questi giorni a contatto con Lega e M5S, Sapelli nota che “la Lega è un partito che sa cosa vuole, il M5S è un aggregato interessante che rappresenta gli ultimi, il popolo degli abissi, ma che è più allo stato peristaltico, e quindi sente le pressioni in modo più plastico. Hanno stili politici profondamente diversi“. Differenze che potrebbero influire sulla formazione del governo:

“Penso che per reggere le resistenze che si stanno esercitando bisognerebbe avere avanti due partiti, e non un partito e un movimento. Un partito può resistere alle pressioni, un movimento peristaltico è molto più suscettibile“, dice Sapelli, a cui Salvini quando era studente aveva chiesto di fare da relatore della sua tesi.

Sapelli, che confida come il suo amico Mondiano gli avrebbe detto: ‘ti fanno fare la fine di Moro’, rivela a Circo Massimo, su Radio Capital che l’ex ministro Siniscalco – uomo che l’accademico membro dell’International board dell’Ocse avrebbe voluto a suo fianco come ministro dell’Economia, ma non proprio un nome che avrebbe rappresentato il cambiamento – domenica ha incontrato Mattarella.

Dal Colle è arrivata una smentita alle ricostruzioni del professore, ex presidente della fondazione MPS ed ex membro del CdA di Unicredit: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha posto alcun veto o diniego sul professor Sapelli per la semplice circostanza che nessuno, né prima né durante le consultazioni, gli ha mai proposto, direttamente o indirettamente, il suo nome”, precisa l’Ufficio Stampa del Quirinale.

Sapelli si è lamentato del fatto che dai partiti non è arrivata nessuna spiegazione dettagliata sui motivi per cui è stato posto il verto a una sua candidatura: “Ho sentito Matteo Salvini”, racconta Sapelli, “mi ha detto ‘purtroppo non ce la facciamo, mi dispiace, grazie’. Dopo l’incontro che ho avuto con loro ero certo che sarebbe finita così“.

Sapelli sostiene di non essere dispiaciuto di come sia andata a finire: “No, è stata un’esperienza scientifica interessantissima” e ora è quasi impossibile che dai piani alti ci ripensino e tornino sui loro passi: “gli esperimenti scientifici vanno bene una volta, se fatti bene. E questo è stato fatto benissimo”.

Sapelli: “asse Di Maio-Mattarella prono all’Europa”

Di seguito riportiamo un passaggio dell’intervista rilasciata a Sussidiario.net, per il quale Sapelli collabora:

Di Maio e Salvini hanno chiesto al Quirinale altro tempo. Non c’è intesa sul premier.

Mi spiace, perché eravamo ad un passo. Ma M5s è stato chiaro: il nostro candidato non è Sapelli.

Pare che sia Di Maio a insistere, vuol fare lui il presidente del Consiglio.

È quello che mi ha detto Salvini.

Proprio per questo, forse, Salvini ha alzato il prezzo. Se Di Maio vuole fare il premier a tutti i costi, Salvini ha chiesto mani libere sul resto. Ma a quel punto Mattarella potrebbe avergli detto che non vuole sentir parlare delle sue proposte sull’Europa e sul resto.

Mi sorprende che le Camere non contino più nulla, a qualcuno fa comodo ignorarle.

Chi è stato a mettere il veto su di lei?

L’asse Mattarella-Di Maio, prono all’Europa, anzi a questa Europa, alla Ue così com’è.