Economia

San Marino in crisi chiede in prestito a FMI 18% del Pil

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Serenissima, ma non troppo: la Repubblica di San Marino sta preparando una richiesta di aiuto finanziario al Fondo Monetario Internazionale, al quale verrebbero richiesti 250 milioni di euro.

Tale cifra corrisponde all’incirca al 18% del Pil del Paese, che peraltro non ha mai recuperato la quota di reddito nazionale andata in fumo in seguito alla crisi del 2008. A dare la notizia è il Guardian, che ha ricordato come le banche sanmarinesi totalizzino 1,7 miliardi di euro di crediti deteriorati, pari a circa il 117% del Pil.

Sarebbe proprio il risanamento del sistema bancario, sul quale pesa ancora l’eredità del 2008, l’obiettivo che San Marino punta realizzare tramite la richiesta al Fmi:

“La priorità”, scrive il Guardian, “è salvare la Cassa di risparmio di San Marino, di proprietà statale, che rappresenta circa il 40% del mercato bancario dello stato e dove la maggior parte della popolazione del paese detiene i propri conti. Il Crsm ha ricevuto iniezioni di liquidità dal governo per un totale di 250 milioni di euro dal 2011, ma nel 2016 ha registrato perdite di 500 milioni di euro”.

Mentre la richiesta al Fmi resta ancora da ufficializzare, dalle parti del ministero delle Finanze sanmarinese ci si è ormai convinti che l’aiuto dell’istituzione internazionale sia necessario “per restituire credibilità a tutto il Paese e non solo al sistema bancario”, ha dichiarato il titolare del dicastero, Simone Celli.

Il governo si dice determinato a lasciare alle spalle il recente passato di paradiso fiscale, un passaggio in qualche modo ufficializzato dalla rimozione della Repubblica dalla “lista nera” dell’Unione Europea. Anche se il Pil procapite di San Marino resta fra i più alti al mondo, anche per il piccolo Paese l’arrivo del Fmi sarà segnato da sacrifici in termini di spesa pubblica – un male ritenuto necessario per il rilancio del nuovo corso della Repubblica più antica del mondo.