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S&P: LA RAFFICA DI ‘JUNK’ NON E’ FINITA

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Il verdetto di S&P sembra essere senza appello. La famosa agenzia di rating ha dichiarato che saranno almeno 69 le societa’ il cui rating sul credito potrebbe da un momento all’altro essere declassato al livello piu’ basso, il tanto tenuto “junk” (spazzatura). Le probabilita’ che cio’ che accada sono dunque sei volte superiori a quelle contemplate due mesi fa.

Lo riferisce il Financial Times.

I numeri parlano chiaro. Solo il 7% dei rating sul credito societario globale emessi recentemente sono stati positivi, mentre il 29% sono stati accompagnati da previsioni negative.

La raffica di “junk” che ha colpito nei mesi scorsi soprattutto le societa’ Usa del comparto delle tlc e’ stata probabilmente soltanto l’inizio di una carrellata di bocciature che non si fermera’ almeno fino a quando la situazione finanziaria dei gruppi nel mirino dell’S&P non offrira’ garanzie migliori.

Saranno tanti nei mesi prossimi gli “angeli che cadranno”. Nella terminologia in questione, i “fallen angels” sono quelle societa’ i cui rating sul credito vengono drasticamente tagliati al livello ”junk”.

E la stessa Diana Vazza, managing director di S&P, ammette che la qualita’ del credito di molti gruppi tardera’ a dare segni di miglioramento, considerata la debolezza dello scenario internazionale.

Gli stessi gestori hanno chiaramente ammesso di essere titubanti a investire in quelle societa’ che presentano un rating sul credito basso, nella paura che la possibilita’ di nuovi scandali contabili possa portare le agenzie di rating a tagliare il merito sul credito al livello “junk”.

E c’e’ anche dell’altro. Sulla scia dello scandalo Enron, le agenzie di rating si tengono ben alla larga dallo sfornare nuove revisioni al rialzo, dopo essere state accusate di eccessiva clemenza verso gruppi il cui merito creditizio era palesemente in pericolo.