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S&P 500: il migliore primo trimestre dal ’98

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New York – Wall Street ha chiuso contrstata l’ultima giornata di contrattazioni della settimana e del trimestre perdendo terreno rispetto alle prime battute, quando aveva guadagnato sostenuta dai dati macro, ma anche da una maggiore fiducia sulla capacità dell’Europa di far fronte alla crisi dei debiti sovrani.

Il Dow Jones ha registrato un aumento dello 0,5%, pari a 66,22 punti, e si e’ fermato a quota 13.212,04. Il Nasdaq ha registrato una perdita dello 0,12%.

In evidenza tra i titoli Research In Motion, che vira in positivo rispetto alle contrattazioni del premercato salendo del 2,5% circa. Il Philadelphia Semiconductor Index riduce i guadagni a +0,14%. Intel -0,26%, Cisco -0,02%, Microsoft +0,23%, Apple -0,14%, SanDisk -1,89%. Tra i bancari e finanziari, bene AIG +1,30%, Charles Schwab +0,98%, Bank of America vira in rosso con -0,72%, JPM piatta con -0,09%, American Express -0,43%. L’ETF che replica la performance dei finanziari nello S&P 500, ovvero il Financial Select Sector SPDR ETF, è in calo dello 0,10%.

Da Copenaghen, dove si sono riuniti i ministri finanziari della zona euro, sono arrivate notizie incoraggianti: è stato raggiunto un accordo per incrementare la capacità del fondo salva-Stati da 500 a 800 miliardi di euro. Certo, nelle ultime ore si erano susseguite indiscrezioni secondo cui le “munizioni” sarebbero state incrementate fino a 940 miliardi di euro: ha vinto così la linea tedesca, che aveva appoggiato fin dall’inizio un rialzo più contenuto.

L’S&P500 ha chiuso in bellezza il primo trimestre del 2012, con un rialzo del 12% circa: si tratta del primo trimestre migliore dal 1998, stando a quanto riporta Bloomberg. Solo a marzo, inoltre, l’azionario Usa è salito del 2,8%, su per il quarto mese di fila, la scia positiva più lunga dal 2009.

Più di 3.500 miliardi di dollari sono stati “riguadagnati” da Wall Street da quando lo S&P ha testato il minimo del 2011 lo scorso ottobre: tutto merito di dati economici migliori delle stime, degli utili societari e di una maggiore fiducia sulla crescita degli Stati Uniti: fiducia che in realtà si è smorzata proprio negli ultimi giorni.

Lo S&P è balzato del 28% dallo scorso 3 ottobre fino alla chiusura di ieri. Il rally ha portato l’indice a un valore uguale a 14,5 volte gli utili riportati; si tratta della valutazione più alta, conferma Bloomberg, dallo scorso luglio.

A questo punto l’attenzione si sposta a quello che accadrà ad aprile: nell’arco degli ultimi 100 anni, il Dow Jones è salito in media dell’1,3% nel mese, riportando una performance positiva il 57% delle volte, stando ai dati segnalati da Bespoke Investment Group. Sempre in media, nel corso degli ultimi 50 e 20 anni, il Dow Jones è cresciuto rispettivamente del 2,1% e del 2,9%. In questi due archi temporali, aprile si è confermato il mese migliore per l’indice dei titoli industriali.

Guardando alla giornata di oggi, pubblicati le spese per consumi e i redditi personali del mese di febbraio. In particolare, le spese per consumi sono salite dello 0,8%, al ritmo di crescita più elevato dallo scorso luglio.

Lievemente deludente il Chicago PMI, il dato che misura lo stato di salute dell’attività manifatturiera dell’area di Chicago, che è sceso a marzo a 62,2 punti, lievemente al di sotto delle stime. E’ comunque il quinto mese consecutivo che il dato si attesta sopra la soglia dei 60 punti.

Positivo, infine, l’l’indice della fiducia dei consumatori stilato dall’Università di Michigan. La lettura definitiva del dato ha rivisto al rialzo quella preliminare, da 74,2 punti a 76,2 punti.

“Credo che gli Stati Uniti abbiano delle basi solide, almeno per i prossimi due trimestri”, ha detto Jim O’Neill, chairman di Goldman Sachs Asset Management. “Il mercato immobiliare è in ripresa. Gli Usa potranno continuare a sorprendere in positivo”.

In ambito valutario, l’euro guadagna sul dollaro a $1,3319 (+0,16%), rimanendo piatto nei confronti dello yen con -0,04% a JPY 109,57. Rapporto dollaro yen in flessione dello 0,18%, a JPY 82,28.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio salgono dello 0,48%, a quota $103,27 al barile, mentre le quotazioni dell’oro avanzano dello 0,51%, a $1.663,40 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in calo al 2,150%.