Russia: “distruzione di massa” di cibo sotto embargo. Polemica: “Schiaffo a povertà”
NEW YORK (WSI) – Tutto pronto, o quasi, a Mosca, per la “distruzione di massa” di cibo importato dai paesi occidentali. Ieri, con il decreto governativo siglato da Vladimir Putin è diventato dunque ufficiale la decisione di distruggere i prodotti agroalimentari arrivati in Russia dall’Occidente violando l’embargo imposto l’anno scorso da Mosca.
L’iniziativa di Putin sta suscitando forti polemiche, anche all’interno del Cremlino, in considerazione del fatto che il paese continua a mostrare un alto tasso di povertà (oltre 20 milioni di persone sotto la soglia di povertà). Senza considerare che è ancora viva la memoria di un passato che ha conosciuto la penuria alimentare.
C’è chi avanza proposte alternative, come distribuire questi prodotti tra le persone meno abbienti. Sarebbero oltre 200.000 le persone che hanno firmato una petizione online sul sito Change.org per chiedere di non distruggere i beni alimentari sequestrati, ma consegnarli a pensionati, invalidi e famiglie con molti figli a carico.
Va ricordato che nell’agosto del 2014 la Russia ha bloccato le importazioni di frutta, verdura, prodotti caseari, carne e pesce da Usa, Paesi Ue e altri Stati che le hanno imposto delle sanzioni per la crisi ucraina. Ma alcuni beni sanzionati arrivano illegalmente in Russia, soprattutto attraverso Bielorussia e Kazakistan, che fanno parte dell’Unione economica euroasiatica guidata da Mosca.
A fine luglio il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che impone la distruzione dei prodotti che sono stati importati dall’Unione europea e dagli Stati Uniti in violazione dell’embargo, a partire dallo scorso 6 agosto.
“I prodotti agricoli, le materie prime e i beni alimentari che sono stati esportati nella Federazione russa, da un paese di origine che ha imposto sanzioni contro individui o entità legali russe o ha accettato la decisione, e su cui incombe il divieto di ingresso nel territorio della Federazione russa, sono soggetti a distruzione”, recita il decreto pubblicato sul sito del Cremlino. (mt-Lna)