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Roubini: Bce adotterà QE, ma sarà troppo tardi

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NEW YORK (WSI) – Con le sue ultime azioni la Banca del Giappone ha scatenato una guerra valutaria. Anche la Bce adotterà un QE, all’inizio dell’anno prossimo, ma sarà troppo tardi e la misura straordinaria non sarà sufficiente perché arriverà troppo tardi.

Ne è convinto Nouriel Roubini, famoso per aver anticipato l’ultima grave crisi finanziaria.

Secondo l’economista della NYU è stata la decisione di ottobre di espandere il programma di allentamento monetario ad accendere la miccia.

“Nelle economie industrializzate la domanda interna è debole e l’unico modo per fare crescere le’conomia è svalutare le valute e alimentare le esportazioni nette”.

Prima che le parole di Draghi dessero nuovo carburante alla moneta unica, il dollaro ha toccato i massimi di sette anni contro lo yen e i massimi di due anni nei confronti dell’euro.

L’economia americana si sta rafforzando, mentre il Giappone e l’Eurozona continuano a fare estremamente fatica.

Nelle interviste concesse a Bloomberg e Yahoo Finance negli ultimi due giorni, il “Dottor Doom” come viene chiamato per le sue previsioni ribassiste, ha sottolineato che la reazione alle decisioni della banca nazionale nipponica si è già vist ain Asia, dalla Sucorea, alla Malaysia, passando per la Thailandia e arrivando persino in CIna.

Di recente la banca centrale di Pechino ha tagliato i tassi di riferimento per evitare un rafforzamento della sua valuta. Ormai in tempi di globalizzazione è la strategia adottata da tutti i maggiori player commerciali internazionali, salvo l’Eurozona, che non riesce a mettersi d’accordo.

Secondo Roubini, la svalutazione della valuta interesserà presto anche l’Europa, tuttavia. Molti analisti si aspettavano che la Bce avrebbe annunciato i dettagli del suo piano di stimolo monetario nell’ultima riunione dell’anno. Piano che slitta invece al primo trimestre del 2015.

“La prima regione a essere colpita da uno yen debole sarà l’Eurozona, pertanto la Bce dovrà per forza varare un quantitative easing“, ha predetto Roubini, che nel 2007 fu tra i primi a prevedere la crisi subprime. Tuttavia la manovra “non sarà sufficiente, perché arriverà troppo tardi”.
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“La banca nazionale svizzera, così come quella norvegese e quella dei paesi centrali europei seguiranno poi a ruota”, secondo l’economista.

Per capire gli effetti positivi che le misure espansive possono avere sui mercati finanziari, basti pensare che la Borsa di Shanghai ha guadagnato il +41% da quando a inizio luglio la banca centrale ha varato il piano di Quantitative Easing. Stesso discorso vale per la Fed.

Ma per Roubini tali misure espansivie stanno formando la madre di tutte le bolle, anche se questa non scoppierà prima del 2016. “L’anno prossimo vedremo ancora una crescita economica” e vedremo circolare “moneta facile”, secondo il professore.

Credito, azionario, immobiliare vivranno un periodo d’oro che però ha piedi d’argilla. Alla fine per Roubini ci sarà una caduta inevitabile, anche se per quello bisognerà aspettare la fine del 2015.

(DaC)