Economia

Roaming, addio: l’Europa ora è più unita

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Come ampiamente preannunciato, ci si appresta a salutare il roaming su tutto il territorio dell’Unione Europea (più altri 3 Stati): dal 15 giugno, infatti, chiamare in Italia oppure da un qualsiasi altro Paese membro comunitario avrà lo stesso costo. Con alcune limitazioni che andremo brevemente ad esplorare.
Il progetto, pensato per abbattere quella che è anche una barriera psicologica che fa sentire  i cittadini Ue “all’estero”, riguarda, nel dettaglio, tutti i membri Ue28 più Islanda, Lichtenstein e Norvegia, mentre restano fuori, ad esempio, Svizzera, Albania, Turchia, Principato di Monaco, San Marino (nessuno di questi Stati è membro Ue).
A decidere quanto si pagherà per chiamare da mobile fuori dai confini nazionali sarà il contratto stipulato con l’operatore, che non potrà più applicare tariffe diverse nei 31 Paesi aderenti. Per evitare che i cittadini decidano di sottoscrivere i contratti laddove costa meno (le differenze sono consistenti da Paese a Paese) per poi risiedere abitualmente nel proprio Stato, le compagnie telefoniche avranno la facoltà di chiedere spiegazioni al cliente che chiami dall’ “estero” più tempo rispetto al luogo in cui contratto è stato firmato. Se non saranno fornite spiegazioni entro 14 giorni il roaming si potrebbe ripresentare con sovrapprezzi massimi fissati a 3,2 centesimi al minuto per le chiamate vocali e a 1 centesimo per gli sms.

Per quanto riguarda il traffico dati, l’abbassamento delle tariffe scenderà gradualmente: il massimo ammesso dal 15 giugno sarà di 7,7 euro per Giga, e arriverà 2,5 euro entro il 2022.