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Credem, rivoluzione nell’area wealth

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Paolo Magnani, coordinatore WM, racconta i motivi che hanno spinto il gruppo a iniziare il 2019 con dinamismo annunciando nuove nomine

Il Credem ha iniziato il 2019 con dinamismo, annunciando nuove nomine nell’ambito del wealth management a coronamento di un 2018 definito ricco di soddisfazioni e di risultati ad altissimo livello, con l’acquisizione di oltre 102 mila nuovi clienti.
Nel dettaglio, a Matteo Benetti è stata assegnata la carica di direttore generale di Banca Euromobiliare mentre Giuseppe Rovani ha ricevuto i poteri da amministratore delegato e direttore generale di Euromobiliare Asset Management Sgr. Fulvio Albarelli da amministratore delegato e direttore generale di Euromobiliare Am Sgr ha assunto l’incarico di responsabile della business line private asset market all’interno del gruppo Credem.
Wall Street Italia ha voluto approfondire i motivi alla base di queste scelte strategiche intervistando Paolo Magnani, coordinatore area wealth management del gruppo Credem.

Qual è l’obiettivo alla base di queste nomine?
«Con queste nomine vogliamo rafforzare il progetto di sviluppo del gruppo nell’ambito del wealth management. Nei prossimi mesi ci attendono sfide importanti a livello di valorizzazione e tutela del risparmio dei clienti, anche alla luce dell’introduzione di Mifid 2 e credo che servano professionalità di valore ed esperienza per affrontarle al meglio.
Stiamo lavorando per aumentare il valore del servizio per i clienti, anche grazie alla tecnologia e all’innovazione su cui continueremo a investire con decisione».

Quali sono le sfide che il wealth management del gruppo Credem si prepara ad affrontare?
«L’elevata competizione sul mercato ci sta portando sempre più a focalizzarci sulla qualità dei servizi che offriamo alla clientela, elemento necessario per instaurare relazioni di fiducia nel lungo periodo.
Sarà importante fornire nuove soluzioni di investimento e ampliare la gamma dei prodotti, per questo stiamo istituendo una nuova business line che si occuperà di sviluppare gli investimenti alternativi legati al private market. Inoltre, continueremo ad arricchire il livello di servizio offerto, investendo sul digitale e mettendo a disposizione piattaforme a supporto sia del cliente che del consulente finanziario».

Quali sono gli elementi distintivi della vostra offerta?
«Il nostro modello di servizio è diversificato e comprende una varietà di soluzioni di investimento e un’ampia offerta assicurativa, ma anche servizi fiduciari, consulenza su patrimonio immobiliare e artistico, servizi alle imprese e passaggio generazionale.
Vogliamo offrire un servizio di qualità nell’ambito della protezione e valorizzazione del patrimonio in un’ottica globale, non limitato al solo ambito finanziario. A maggio dell’anno scorso, inoltre, abbiamo dato vita a Euromobiliare Advisory sim, che si occuperà dell’erogazione di servizi di investimento e di consulenza e gestione dei patrimoni, ma soprattutto di consulenza indipendente ed è la prima realtà in Italia a fornire direttamente questo tipo di servizio».

Che ruolo deve avere l’innovazione tecnologica all’interno dei servizi che offrite?
«Oggi i clienti sono sempre più inclini a interagire con la banca attraverso le applicazioni digitali. Ci sono diverse modalità di relazione, dagli strumenti di base che consentono di effettuare determinate operazioni, a quelle che necessitano in prevalenza della componente umana, come la consulenza finanziaria e il wealth planning. Per questo motivo stiamo cercando di far evolvere il nostro modello di business, per fornire servizi in grado di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze della clientela e per garantire una maggiore accessibilità e convenienza.
Ritengo tuttavia che il ruolo dell’innovazione tecnologica nei servizi che offriamo sia soprattutto quello di rafforzare e ottimizzare l’attività di consulenza del banker, con un approccio differenziato per segmento di clientela».

Come seguite il cliente private che è anche imprenditore?
«Ci sono molte somiglianze tra il cliente private e quello corporate sia in termini di professionalità, sia in termini di esigenze.
All’interno del gruppo abbiamo una business unit di Corporate banking che segue questo tipo di clienti, mentre a livello di area wealth è presente Credem private equity, che lavora nell’ambito del venture capital».

Più in generale, come vedete il futuro del settore del wealth management in Italia?
«Il settore del wealth management sta subendo una profonda trasformazione anche in Italia. Le esigenze dei clienti sono sempre più complesse e richiedono un approccio sempre più personalizzato, mentre il processo di digitalizzazione sta trasformando le modalità di interazione tra banca e cliente.
Credo che per essere vincenti, i wealth manager dovranno sviluppare competenze distintive e fornire soluzioni trasparenti, agili e di qualità su misura del cliente. Altro importante elemento da considerare è il passaggio generazionale. La conquista del segmento di clientela rappresentato dalla nuova generazione è la sfida del futuro per i wm, che potrà essere affrontata con servizi digitali, flessibilità operativa, trasparenza e competenza. Infine, ma non meno importante, la gestione della trasparenza dei costi imposta da Mifid 2, insieme alla necessità di fornire servizi di qualità».

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia.