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RISCHIARE PUNTANDO SUL DOLLARO DEBOLE

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(WSI) –
Giocare sullo steepening, ovvero sullo spread tra la parte breve e la parte lunga della curva dei rendimenti. È questa una delle strategie indicate dai money manager, che scommettono forte su un irripidimento della curva a seguito di ulteriori interventi espansivi di politica monetaria da parte della Fed. Ma chi ha un’alta propensione al rischio potrebbe anche «piazzare» una bella scommessa sul biglietto verde, comprando molto banalmente il Treasury Usa. Due strategie alle quali il piccolo risparmiatore può accedere attraverso lo strumento fondo comune.

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Per quanto riguarda lo steepening, tra i diversi prodotti presenti sul mercato, Raimondo Marcialis, direttore generale di Mc Gestioni, consiglia di puntare su quei portafogli che non hanno in carico strumenti derivati come Cdo (Collaterilized Debt Obbligation). Insomma, meglio affidarsi a quei fondi che, come spiega Andrea Mottarelli, relationship manager di Dws Investments Italy Sgr, cavalcano lo steepening sovrappesando e sottopesando le diverse componenti della curva, in modo da raggiungere l’obiettivo di duration prefissato. Come il Caam Europena Bond, il Raiffaisen Dynamic Bond o il WestLb Quandus. «Sono fondi che, a dispetto della crisi di agosto – sottolinea Marcialis, sono riusciti a portare a casa performance positive. Segno evidente che non avevano in carico strumenti derivati sul credito». Prodotti di questo tipo, infatti, tendono a fare arbitraggio sulla curva semplicemente «controbilanciando la quota di bond a 10 anni attraverso l’acquisto di prodotti a brevissimo termine, come Bot, pronti contro termine e monetari – fa notare Mottarelli – Così facendo, infatti, si riesce ad arrivare a una duration media di 5 anni».

L’altra scommessa (forte) che può essere cavalcata con lo strumento fondo è quella sul cambio, o meglio sul dollaro. Si tratta, però, di una scommessa ad alto rischio, soprattutto considerando che la maggior parte degli esperti è convinta che all’America faccia gioco mantenere un dollaro debole. Ma c’è chi è convinto che in un’ottica di medio-lungo termine il dollaro possa tornare ad apprezzarsi. È il caso, per esempio, di Roberto Mialich, capo economista di Ubm: «L’idea di base è che nel breve periodo continuerà a esserci molta volatilità sul cross euro-dollaro. La valuta europa, in particolare, potrebbe anche arrivare a toccare nuovi record raggiungendo quota 1,43. Ma non appena le tensioni sul credito cominceranno a stabilizzarsi è lecito attendersi un recupero del biglietto verde. E noi vediamo nella seconda metà del 2008 un cambio a quota 1,35». E poi c’è chi ha addirittura azzardato una previsione a 12 mesi di un cross a 1,25. A detta dei «contrarian», dunque, il potenziale upside del dollaro da qui a un anno potrebbe variare tra il 5% e il 12 per cento.

Un investitore dal profilo di rischio molto elevato, dunque, potrebbe mettere in piedi una strategia combinata tra reddito fisso e dollaro. Come? Semplicemente comprando un fondo obbligazionario area dollaro medio-lungo periodo non coperto dal rischio di cambio. In questo modo, oltre a beneficiare di un potenziale guadagno in conto capitale del bond (generato dalla politica espansiva della Fed), l’investitore potrà avvantaggiarsi anche di un potenziale recupero del biglietto verde. Tra i fondi obbligazionari area dollaro, non coperti dal rischio di cambio, cui dare un’occhiata può ricordarsi, per esempio, il Parvest Us Dollar Bond che da inizio anno (in euro) guadagna il 2,10% (in dollari la perfomance sale all’8,26%).

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