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RIFORMA SANITA’ USA: NON E’ ANCORA FINITA. LEGGE DOVRA’ ESSERE RIVOTATA

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La legge sulla riforma della sanità, approvata due giorni fa dal Congresso americano, dovrà essere sottoposta a una nuova votazione per irregolarità di procedura.

Lo ha detto Harry Reid, portavoce democratico del Senato. Il pacchetto finale di modifiche alla legge dovrà essere nuovamente approvato dalla Camera dei rappresentanti.

CLAUSOLE SECONDARIE – «Dopo ore di tentativi per trovare un modo di bloccare il testo, i repubblicani hanno scovato due clausole relativamente secondarie che sono violazioni della procedura del Senato, il che significa che dobbiamo rimandare il provvedimento alla Camera» ha detto Jim Manley, portavoce di Reid.

I due emendamenti riguardano la concessione delle borse di studio agli studenti con basso reddito. Dunque c’è un nuovo ostacolo per i democratici, che domenica scorsa sono finalmente riusciti a far approvare il testo della storica riforma voluta dal presidente Obama con 219 voti favorevoli e 212 contrari, dopo lunghissimi e difficili negoziati.

MARGINE RISTRETTO – I due emendamenti infatti non possono essere approvati con il procedimento della reconciliation adottato dall’amministrazione per evitare ostruzionismi parlamentari in Senato.

Secondo fonti del partito democratico il nuovo testo dovrebbe essere approvato dalla Camera in tempi molto brevi: tuttavia il testo precedente è passato con un margine molto ristretto e solo dopo che la Casa Bianca ha varato un executive order che conserva lo status quo relativo al divieto di impiegare fondi federali per le interruzioni di gravidanza.

Rimane dunque in teoria possibile che qualche deputato democratico – specie nel fronte antiabortista – possa, se non cambiare idea, cercare di ottenere qualcosa di più dalla Casa Bianca, specie perché l’atmosfera è tesa a causa dell’avvicinarsi delle elezioni di metà mandato.

Il testo originale del Senato, approvato della Camera prima del blocco di emendamenti, è stato convertito in legge e dunque rimarrà comunque in vigore.

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