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Riforma pensioni: martedì al via tavolo con i sindacati per il dopo Quota 100

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Si terrà domani, martedì 27 luglio prossimo, il primo incontro tra i sindacati e il Ministro del Lavoro Andrea Orlando per iniziare a discutere il tema cruciale della riforma delle pensioni in vista della scadenza di Quota 100 prevista entro la fine dell’anno.

Riforma pensioni: le ipotesi per il dopo Quota 100

Nessuna decisione ufficiale verrà presa ma si tratterà di un confronto preliminare in vista del vero tavolo previsto per il rientro delle attività a settembre. A fine anno scadrà Quota 100, e si sta cercando da tempo una valida alternativa per l’accesso alla pensione anticipata. Ma non solo quota 100. A fine anno sono in scadenza anche l’Ape sociale e l’Opzione donna.

Tra le ipotesi in campo di riforma previdenziale, molto in auge è quella di poter andare in pensione con 41 anni di versamenti contributivi a prescindere dall’età, ma il presidente dell’Inps Pasquale Tridico l’ha bollato come «più costosa». Secondo i calcoli degli analisti dell’Istituto verrebbe a costare 4,3 miliardi nel 2022 fino ad arrivare a 9,2 a fine decennio. Si tratta, ha evidenziato il presidente dell’Inps dello «0,4% del prodotto interno lordo». Meno onerosi gli altri due sistemi: cioè quello che valuta l’età 64 anni con 36 anni di contributi e l’ultimo con 67 anni la quota retributiva e 63 anni quella contributiva. Quest’ultima costerebbe, secondo quanto riferito da Tridico, «meno di 500 milioni nel 2022 e raggiungerebbe il massimo costo nel 2029 con 2,4 miliardi».

La proposta di Tridico

Per il numero uno dell’Istituto di previdenza sociale l’unica strada da percorrere per realizzare una vera riforma previdenziale è che il lavoratore, raggiunta l’età di 63 anni, possa scegliere di non continuare a svolgere la propria professione e ricevere dalle casse previdenziali quanto maturato in contributi fino a quel momento (ovvero la pensione contributiva).

L’anticipo pensionistico per la sola quota di pensione contributiva maturata al raggiungimento dei 63 anni di età e con almeno 20 anni di versamenti e un importo minimo pari a 1,2 volte l’assegno sociale è stata promossa da Tridico, anche perché è quella che presenta i costi più bassi per il sistema pensionistico: si partirebbe con non più di 443 milioni il primo anno per arrivare a poco più di 2 miliardi nell’ultima annualità su un arco decennale.