Economia

Riforma fiscale, cosa potrebbe cambiare. Il nodo dei prelievi forzosi

A che punto siamo con il testo della Legge Delega per la riforma fiscale? Il documento è all’esame del Senato, che deve rivedere l’impostazione degli articoli compresi tra il 14° ed il 20°. All’interno della riforma fiscale sono diverse le modifiche attese su Irpef, Ires ed Iva: tra le novità più importanti, inoltre, ci sono la flat tax sulle tredicesime, sugli straordinari e sui premi di produttività. Ma prima che la riforma fiscale possa realmente vedere la luce, c’è ancora molta strada da percorrere. Il testo, inoltre, dovrà passare ancora una volta al vaglio del Montecitorio, prima di riuscire ad avere il via libera definitivo.

Il governo Meloni ha tentato di accelerare l’iter parlamentare, in modo da riuscire ad arrivare all’approvazione definitiva della riforma fiscale prima della pausa estiva. Ad auspicarlo è stato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, che, per il momento, non ha voluto sbilanciarsi su quali possano essere i tempi reali di approvazione. Le previsioni, ha sottolineato Leo, arriveranno unicamente quando ci sarà la certezza delle risorse disponibili. Per il momento non ci resta che andare ad analizzare quello su cui sta lavorando il governo Meloni.

I contenuti della riforma fiscale

Quali sono le novità più importanti che dovrebbero essere introdotte direttamente dalla riforma fiscale. Andando a dare un’occhiata alla prima versione del testo, si era già riuscito a comprendere quelle che potessero essere le novità più importanti sulle imposte. Prima fra tutte l’Irpef, le cui aliquote dovrebbero scendere da quattro a tre, con una parallela riorganizzazione delle tax expenditures.

Deciso anche il destino dell’Irap, che dovrebbe essere definitivamente superata, mentre l’Ires dovrebbe passare ad una doppia aliquota. È prevista, inoltre, una razionalizzazione dell’Iva. La flat tax incrementale prevista per i lavoratori dipendenti, invece, diventa una semplice detassazione delle tredicesime, dei premi di produttività e degli straordinari. Per i titolari di partita Iva si pensa ad una rateizzazione degli acconti e delle imposte di novembre. Ma vediamo cosa è previsto.

Flat tax per i dipendenti

La flat tax incrementale prevista per i dipendenti è stata sostanzialmente trasformata in una detassazione da applicare a:

  • straordinari;
  • premi di produttività;
  • tredicesima.

Per i redditi più bassi la detassazione dovrebbe arrivare, almeno in linea teorica, al 15%.

Rateizzazione delle imposte

Una delle novità più importanti riguarda l’ipotesi di rateizzazione delle imposte di novembre per i titolari di partita Iva. L’obiettivo di questa novità è quella di arrivare, almeno progressivamente, al saldo mensile delle imposte sui redditi per i titolari di partita Iva, che rientrano tra i soggetti Isa.

Come cambia l’Irpef

Per quanto riguarda l’Irpef, la riforma fiscale prevede una revisione ed una graduale riduzione delle aliquote, andando a rispettare il principio di progressività. La prospettiva è quella di andare verso un sistema con un’aliquota impositiva unica. Per il momento non ci sono delle indicazioni sulla riduzione del numero delle aliquote, che dovrebbero passare dalle attuali quattro a tre. Le ipotesi sul tavolo sono le seguenti:

  • per i redditi fino a 15.000 euro: 23%;
  • per i redditi compresi tra 15.000 e 50.000 euro: 27%;
  • per i redditi oltre i 50.000 euro: 43%.

Un’ipotesi alternativa potrebbe essere:

  • per i redditi fino a 15.000 euro: 23%;
  • per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro: 33%;
  • per i redditi oltre i 50.000 euro: 43%.

Cosa cambia con la riforma fiscale per Ires, Iva ed Irap

Per quanto riguarda l’Ires si presuppone si possa arrivare a due aliquote: una ordinaria al 24% che si andrebbe ad affiancare ad una ridotta per le aziende che effettuano degli investimenti in beni strumentali innovativi o in nuova occupazione. L’aliquota ridotta si andrebbe ad applicare alla quota di reddito destinata all’occupazione e agli investimenti effettuati nel corso dei due anni successivi.

Sono previsti degli interventi sull’Iva, la cui disciplina verrà modificata su tre pilastri:

  • razionalizzazione delle aliquote;
  • interventi sulle regole per il gruppo IVA;
  • semplificazione e revisione delle regole relative a rimborsi e detrazioni.

Si andrà, inoltre, ad un’abolizione dell’Irap attraverso una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella Ires per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti.

Riforma fiscale e pugno morbido del fisco

Tra le novità della riforma fiscale c’è anche il pugno morbido in caso di inadempimenti formali o che, comunque vada, per le violazioni che siano di minore gravità. Ci sarà una semplificazione degli adempimenti e la tregua fiscale ad agosto e a dicembre, grazie alla quale saranno messe in pausa le comunicazioni.

Per quanto riguarda gli accertamenti, questi cambieranno volto: seguiranno il binario della tax compliance. L’Agenzia delle Entrate effettuerà un passo indietro verso il contribuente e viceversa. L’obiettivo è quello di andare a ridurre l’evasione fiscale.

Si cercherà di incoraggiare l’adempimento spontaneo, percorrendo due strade diverse:

  • il concordato preventivo biennale per i soggetti di minore dimensione;
  • la cooperative compliance per i soggetti più grandi.

Prelievo forzoso dei conti correnti: cosa prevede la delega

Capitolo importante, della riforma fiscale, è quello legato al prelievo forzoso dai conti correnti. In questo caso è necessario fare un chiarimento, soprattutto a seguito delle accuse mosse da Matteo Renzi che, nel corso degli ultimi giorni, ha accusato il governo di voler entrare nei conti correnti degli italiani.

La riforma fiscale non ha introdotto e non intende introdurre nessuna riscossione coatta. Non siamo davanti, per intenderci, ad un’operazione simile a quella effettuata dal governo Amato, attraverso la quale era stato prelevato il 6 per mille degli importi depositati.

L’articolo 16 della riforma fiscale prevede che ci sia una razionalizzazione e automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari. In altre parole il governo, attraverso la delega fiscale, ha intenzione di rendere automatico il pignoramento attraverso dei prelievi diretti dai conti correnti, nel caso in cui il contribuente avesse un debito nei confronti del fisco.

Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha spiegato che in questo caso:

l’Agenzia delle Entrate chiede attraverso procedure informatiche alla banca di fare quello che si chiama il pignoramento presso terzi, una cosa che già esisteva. È rimasto tutto com’è, l’unica cosa è che si accelera, con il procedimento informatico, la verifica se ci sono i soldi e quindi si può fare il pignoramento che andrà a buon fine.