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RIALZO DEI TASSI IN VISTA? TANTO MEGLIO: IL RALLY E’ APPENA INIZIATO

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Le Borse di tutto il mondo sono ad un punto cruciale, dopo 7 mesi di crescita (S&P500 +60% dai minimi di marzo) con i listini che potrebbero essere frenati dalle preocuppazioni secondo cui le Banche Centrali inizieranno presto ad alzare i tassi guida dei rispettivi Paesi.

Tali paure potrebbero compromettere i rally borsistici piu’ poderosi degli ultimi trent’anni. Gli indici di riferimento da New York a Tokyo, passando per Londra e Francoforte, a volte strappano e a volte salgono, ma hanno smesso di salire ininterrottamente come nel secondo e terzo trimestre, sulle speculazioni che gli istituti centrali annunceranno presto una via d’uscita dai piani di rilancio economico, prima del consolidamento della ripresa dell’economia globale.

Ma la storia ci insegna che nei sei mesi precedenti all’innalzamento del costo del denaro, i listini si sono resi protagonisti di un rialzo in ben il 92% dei casi.

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Gli analisti di Federated Investors, Renaissance Financial e Citigroup concordano nel sostenere che gli operatori potrebbero perdere ulteriori opportunita’ di guadagno se non volessero salire sul treno ora, dopo che i governi di tutto il mondo hanno investito $12.000 miliardi in aiuti e prestiti che hanno spinto il paniere globale MSCI World Index in progresso del 65% dal 9 marzo.

Di solito, sottolinea Linda Duessel, equity strategist di Federated, il mercato tende ad avanzare prima che le banche centrali annuncino la decisione di alzare i tassi di interesse, perche’ i mercati prevedono un’espansione dell’economia.

Per questo il consiglio e’ quello “di comprare titoli ora. Sta prendendo piede l’idea che le misure di stimolo stanno per essere fatte svanire e che i tassi di interesse saranno alzati. Ma e’ facile, tuttavia, che il rally del mercato prosegua anche dopo un evento del genere”.

L’S&P 500 ha guadagnato l’8.4% nei sei mesi precedenti alle ultime cinque volte in cui la Fed ha deciso di alzare i tassi per i prestiti interbancari overnight e ha accumulato rialzi pari ad un ulteriore 82% nella fase rialzista che ne e’ seguita. Secondo dati raccolti da Bloomberg, dal 1988 il benchmark tedesco DAX ha fatto un balzo del 9% nei sei mesi precedenti la decisione della Banca Centrale del Paese, mentre il Nikkei 225 giapponese e’ dal 1973 che in media registra un progresso dell’8.3%.

Stando al valore dei futures sui Fed funds, il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke e i suoi colleghi dovrebbero decidere di alzare il costo del denaro nel giugno 2010. C’e’ una possibilita’ del 51% che l’incremento deciso nell’incontro del comitato di politica monetaria del FOMC del prossimo 25 giugno, sia di almeno lo 0.5%, ovvero quando l’economia americana avra’ registrato il quarto trimestre consecutivo di espansione, stando alle stime a disposizione.

Secondo quanto spiegato ai microfoni di Bloomberg TV da Douglas Ciocca, managing director di Renaissance che consiglio’ di comprare le obbligazioni societarie a novembre del 2008, ossia prima che guadagnassero il 30%, “se io fossi un investitore e vedessi che ci stiamo avvicinando all’annuncio dei piani di exit strategy, questo non farebbe che confermare che l’economia si e’ stabilizzata e questa non puo’ che essere una notizia positiva”.

Secondo Michala Marcussen, capo della divisione di ricerche economiche e strategiche di Societe Generale Asset Management, i segnali giunti di recente suggeriscono che l’economia sta crescendo in maniera abbastanza sostenuta da assicurare che i tassi di interesse piu’ alti non compromettano, anzi estendano, il rally del 60% messo a segno dall’S&P 500 dai minimi di 12 anni. Nelle ultime sei riunioni di politica monetaria, la Fed ha promesso di mantenere lo status quo sui tassi vicino allo zero ancora per un “periodo prolungato”.

“Quello che la Fed ci sta dicendo, preferendo non cambiare la sua retorica e’: Siamo ancora preoccupati per lo stato di salute del credito”, sottolinea Marcussen, aggiungendo: “abbiamo visto un rally molto solido e ora cosa ci spingera’ in rialzo? Forse quello che aspettano i mercati e’ proprio la decisione della Fed”.

In una nota ai clienti datata 28 ottobre, lo strategist di Citi Tobias Levkovich ha suggerito agli investori di comprare titoli azionari ora, prima che i tassi vengano alzati. Dal 1915 a oggi l’S&P 500 ha guadagnato terreno in 25 anni su 38 in previsione di un rialzo del costo del denaro. In particolare a registrare performance superiori alla media sono stati energetici, industriali, titoli legati alle materie prime e di societa’ attive nell’information technology (IT).

Secondo le previsioni degli economisti i Fed funds verranno alzati allo 0.5% nel secondo trimestre del 2010. Il tasso verra’ aumentato di un altro quarto di punto in ogni trimestre successivo fino ai primi tre mesi del 2011.

“Sembra che ci sia una percezione sbagliata tra gli investitori secondo cui quando i tassi di interesse crescono, i prezzi dell’azionario sono destinati a scivolare per forza”, ha scritto Levkovich nella nota. “Noi non la pensiamo cosi’, non pensiamo infatti che un incremento dei tassi sui Fed funds sia per forza un evento negativo per i mercati azionari”.