Società

Reddito di dignità “digitale” per aumentare potere d’acquisto italiani del 40%

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A cura di Giuseppe Rizzo *

Un progetto macroeconomico per lo sviluppo e la ripresa dell’economia del Paese, migliorativo meno farraginoso e più equo per creare benessere sociale ed economico a favore dei cittadini e delle aziende (già allo studio del Ministero dell’Economia e delle Finanze MEF).

Forse questa idea avrebbe potuto essere intitolata “l’uovo di Colombo”, ovvero, quando le proposte di politica economica vengono da produttori e operatori professionali, più che dagli “economisti ortodossi”.

Purtroppo, per alcuni politici e economisti, vige una sorta di “snobismo” che li porta a non leggere e a non considerare con la dovuta attenzione i contributi che non provengono dall’accademia.

Il progetto EuroPlus non è infatti un trattato accademico di teoria economica, né contiene modelli econometrici stimati con metodi statistici complessi, ma è semplicemente l’idea pragmatica di un imprenditore, che ha il “polso” del mercato ed è abituato ad essere diretto, concreto ed immediato, esprimendosi spesso con esempi semplificati alla portata di tutti.

Il fatto interessante e, per certi versi, sorprendente, è che la proposta del “reddito EuroPlus”, non solo funzionerebbe, se fosse fatta propria dal Governo, ma darebbe anche risultati più incisivi e più equi, sul piano sociale, di varie misure prese dal Governo. Questa proposta, supera infatti l’esame di una lettura attenta e precisa delle sue implicazioni macroeconomiche e di finanza pubblica.

Il “metodo EuroPlus” funzionerebbe perché prevede l’utilizzo di una carta ricaricabile elettronica prepagata emessa dallo Stato, (a disposizione di tutti i cittadini con reddito netto inferiore a 2.000 euro al mese).

Ogni volta che viene utilizzata per pagare un qualsiasi acquisto di beni e/o servizi, tramite i canali di pagamento tracciabili come: il circuito POS, il cellulare o computer, il potere d’acquisto moltiplica del 40% ottenendo così, un Plus in denaro elettronico da poter spendere “con totale copertura finanziaria”.

Poiché il nostro benessere economico dipende dai beni e servizi che possiamo acquistare, è importante convertire il valore reale (potere d’acquisto). Questo progetto, andrebbe a beneficio di tutti quei cittadini che, a causa della perdita del potere d’acquisto, si trovano costretti a dover rinunciare anche alle spese mediche necessarie per la loro salute.

Diversamente dal famoso “bonus” di 80 euro del Governo Renzi, questo “Plus”, si trasformerebbe interamente e con certezza in domanda aggregata. Con la clausola aggiuntiva che la spesa sia solo destinabile a venditori operanti in Italia (escludendone, ad esempio, l’utilizzabilità per gli acquisti on-line con le aziende non aventi sede legale in Italia) avrebbe un impatto significativo sulla domanda interna e genererebbe vari effetti “virtuosi”.

Il “Plus”, verrebbe trasferito da consumatore a venditore e, a sua volta, il venditore potrebbe giovarsene per le proprie spese di acquisto in beni di consumo, mentre non potrebbe giovarsene se lo volesse liquidare e monetizzare.

In primo luogo, questo bonus (che, come si è detto è utilizzabile solo se speso e non risparmiato) genererebbe reddito per i venditori a cui si rivolgerebbero gli acquisti dei beneficiari del Plus, e questi venditori, spenderebbero a loro volta questo reddito o per acquisti da fornitori o per spese in beni di consumo, i destinatari dei loro acquisti, a loro volta, spenderebbero il loro reddito per i loro acquisti, e così via per ondate successive.

Lo schema ricalca quello del “moltiplicatore keynesiano” del reddito (e così viene spiegato anche negli esempi riportati nel filmato), anche se l’ammontare complessivo dell’effetto moltiplicativo del reddito indotto dal “Plus” sarà più piccolo di quello del moltiplicatore keynesiano del reddito semplificato e sarà invece, più verosimilmente, vicino a quello dei “moltiplicatori” di politica fiscale che caratterizzano i macromodelli previsivi utilizzati dalla BCE e dai centri di ricerca.

In ogni caso, l’effetto moltiplicativo del reddito generato dal Plus sarebbe molto forte e in grado di generare un significativo effetto di aumento della domanda aggregata, favorendo la ripresa e generando un flusso di imposte IVA sulle transazioni ed imposte sul reddito dei venditori, create dalla spesa aggiuntiva dal “Plus”, (il 40% del denaro che il cittadino può spendere in più anche “senza averlo”).

Il “Plus” infine, genererebbe dei pagamenti tracciabili, perché effettuati con carta elettronica, quindi non soggetti ad evasione fiscale. Anzi, sotto questo punto di vista, il metodo potrebbe contribuire a generare un’abitudine socialmente diffusa al pagamento elettronico (che non si presta all’evasione fiscale) e un significativo incentivo ad utilizzare strumenti di pagamento elettronici, tecnologicamente avanzati e che facilitano l’innovazione finanziaria.

* Imprenditore genovese