Economia

Reddito di cittadinanza: ora si può anche rinunciare alla card

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Per rinunciare al reddito di cittadinanza c’è un modulo apposito da presentare. Lo ha pubblicato l’INPS nel messaggio 2662 dell’11 luglio scorso. Ma chi è che rinuncia al sussidio targato Cinque Stelle?

La platea potenziale dei rinunciatari include soprattutto coloro ai quali è stato riconosciuto un importo basso, si parla di circa 40 euro al mese, e che potrebbero giudicare non più conveniente continuare a percepirlo. Così chi ha richiesto la prestazione formalizzare, può ora presentare la rinuncia a nome di tutto il nucleo familiare, indipendentemente dalla sua composizione e dal punto in cui la procedure previste erano arrivate (ad esempio quelle relative al percorso di lavoro).

Rinunciando al reddito di cittadinanza, avviene la disabilitazione automatica della carta ricevuta dagli interessati e le relative somme residue non saranno quindi più disponibili. L’Inps poi nel medesimo messaggio sottolinea che le domande eventualmente già presentate con altre modalità verranno comunque lavorate, sempre che contengano tutti gli elementi previsti.

Intanto la seconda fase del progetto reddito di cittadinanza sta prendendo formalmente piede con i navigator pronti a scendere in campo. Duecentomila le famiglie ritenute occupabili, ma un nucleo su quattro potrebbe rinunciare al sussidio a causa dei bassi importi erogati. Intanto come riporta Il Messaggero, le prime convocazioni nei centri per l’impiego, attese per la fine giugno, sono slittate a luglio e questo perché alle Regioni mancava la strumentazione per contattare i nuclei occupabili.

I navigator che faranno il loro ingresso sul campo da metà agosto saranno assunti con un contratto di collaborazione fino al 30 aprile 2021 per un compenso lordo annuo pari a 27.338 euro. Le famiglie che verranno convocate nei centri per l’impiego nel caso in cui non si dovessero presentare all’appuntamento rischiano sanzioni severe: a chi diserterà il primo colloquio verrà sospesa l’erogazione del bonus per un mese. Un secondo diniego costerà invece due mensilità del reddito di cittadinanza. Dopo tre appuntamenti mancati senza giustificato motivo, il diritto al beneficio verrà revocato.