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RECORD PER L’ITALIA: DEFICIT-PIL AI MINIMI DAL ’61

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Mai così basso dal 1961. Il rapporto deficit-Pil (Pil: Prodotto interno lordo) nel ’99 si è attestato all’1,9%. Per trovare un risultato migliore dobbiamo risalire all’1,6% di 38 anni prima.

Oggi l’Istat ha fornito questi dati da record e ci ha dato di che rallegrarsi: abbiamo problemi con l’inflazione, spinta al rialzo dal caro-petrolio e dal caro-dollaro; stiamo sul chi vive per la questione del debito, il cui peso è quasi insopportabile; ma con questa notizia il Paese sa di aver messo a segno un primato su un parametro fondamentale tra quelli che, dopo Maastricht, regolano l’accesso o la permanenza nella moneta unica.

Certamente, in quasi 40 anni sono cambiati i sistemi di calcolo statistico, ma il risultato è di rilievo anche fatte le dovute comparazioni (si è passati dal sec 79 al sec 95). Negli ultimi dieci anni il rapporto deficit-Pil è sceso di quasi dieci punti percentuali (nell’89 era dell’11,9%); inoltre bisogna ricordare che l’Istat ha rivisto al rialzo il dato 1998 portandolo dal 2,7% al 2,8%.

Meno di un anno fa l’Italia, vista la bassa crescita, aveva chiesto alla Commissione di Bruxelles una deroga su questo rapporto chiedendo di alzare il tetto inizialmente fissato dal Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) al 2% fino al 2,4%.

Oggi si può dire che questo dato conferma una tendenza strutturale del risanamento della finanza pubblica. Pur nella sua enormità, anche il rapporto debito pubblico-Pil sta migliorando: si è scesi dal 116,3% del ’98 al 114,9% del ’99.