Società

Re Giorgio convoca Renzi al Quirinale

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ROMA (WSI) – Il presidente del Consiglio Matteo Renzi sarà ricevuto questa sera al Quirinale dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. Alla ripresa del dopo-vacanze, anche in vista del consiglio dei ministri in programma domani a Palazzo Chigi, l’agenda del colloquio tra le due massime cariche della Repubblica Italiana, secondo fonti non ufficiali, e’ la seguente:

1) L’economia italiana va male, la maggior parte degli italiani continua a subire le drammatiche conseguenze della crisi, la fiducia dei consumatori e’ ai minimi da molti mesi, nonostante gli 80 euro l’Italia e’ in recessione.

2) Si nota una distonia tra l’infinita sequela di annunci ottimistici del premier Matteo Renzi e il silenzio cupo interrotto a tratti da dichiarazioni forzate del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il vero uomo di contatto con la Troika (Bce, Ue, Fmi).

3) Napolitano sembra essere adesso consapevole che i problemi piu’ gravi del paese – disoccupazione altissima, chiusura imprese, credit crunch, mancanza assoluta di liquidita’, redditi personali in caduta libera – non vengono minimamente intaccati dalla politica del governo.

4) Re Giorgio e’ rimasto scioccato dal terremoto politico in Francia, dove il suo omologo Hollande in due giorni ha silurato il precedente ministro dell’Economia colpevole di aver criticato austerity e Germania, mettendo al suo posto l’ex banchiere Rothchilds Emmanuel Macron ligio ai voleri della Troika (Napo sa pure che il 75% dei francesi non crede che il nuovo governo del premier Valls possa rilanciare l’economia).

[ARTICLEIMAGE] Napolitano ha anche parlato al telefono con il presidente della Bce Mario Draghi. Nonostante le campagne marketing di Palazzo Chigi – gli ha detto l’italiano piu’ potente d’Europa – la cancelliera Angela Merkel non lascera’ il minimo spazio al premier Renzi in termini di maggior flessibilita’ dei parametri di bilancio e spesa. E neanche la Bce fara’ nulla per ulteriori stimoli, a meno di eventuali emergenze stile 2012.

In sostanza l’austerity di marca tedesca e’ qui per restare e l’Italia non ha alcuno scampo in quanto provincia dell’impero: Parigi (messa quasi peggio di noi) docet. La conferma? Il discorso di Draghi a Jackson Hole, universalmente intepretato (a parte i tedeschi) come un abbandono virtuale della linea Ue “lacrime e sangue”, ha ricevuto la corretta esegesi solo dal ministro delle Finanze della Germania Wolfgang Schauble anche se con un significativo ritardo di quattro giorni.

Come conseguenza dell’incontro di stasera al Colle tra Napolitano e Renzi, quindi, ci si attende un cambio di “tono” nella comunicazione di Palazzo Chigi (meno annunci a tutto campo e piu’ fatti) piuttosto che un rimpasto di governo in funzione di una maggior ossequienza di Roma alla Troika (sarebbe l’anticamera del commissariamento definitivo dell’Italia e il popolo lo rifiutrebbe).

L’alternativa “elezioni anticipate” al momento non e’ contemplata. Soprattutto perche’ Silvio Berlusconi non sembra pronto ad una nuova campagna elettorale dopo la batosta delle europee e la clamorosa vittoria di un Pd votato perfino da destra. Cosi’ per adesso Silvio continua ad onorare il Patto del Nazareno su cui si regge la bistrattata Repubblica Italiana.

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La copertina dell’Economist: l’euro affonda, Renzi tiene un gelato in mano

Matteo Renzi che tiene in mano un gelato mentre affonda la “barca” dell’euro. E’ quanto si vede sull’ultima copertina del settimanale britannico Economist, in uscita domani, che ha pubblicato un fotomontaggio in cui il presidente del Consiglio italiano è assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel, al presidente francese Francois Hollande e a Mario Draghi, presidente della Bce, che tenta freneticamente di svuotare d’acqua l’imbarcazione ricavata da una banconota da venti euro con un secchio. Il titolo tradotto in italiano è «Quella sensazione di andare a fondo (ancora)» e riguarda le difficoltà economiche che sta attraversando l’eurozona.

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Scuola, dietrofront del governo su riforma. “Troppi temi, rischio di ingolfare i lavori”

Il 23 agosto Renzi lo aveva assicurato: “Il 29 agosto vi stupirò. Presenteremo norma complessiva”. Oggi la marcia indietro, dopo un’ora di colloquio con Napolitano. “C’è rischio di bloccare il Cdm”.

“Il 29 agosto vi stupirò” aveva detto. Nessuno rimarrà stupito, almeno il 29 agosto. La riforma della scuola non sarà all’ordine del giorno del consiglio dei ministri, nonostante fosse mancato tanto così dall’appendere i manifesti ai muri delle città. La motivazione uscita da fonti di Palazzo Chigi è che c’è già troppa roba di cui discutere in consiglio dei ministri: la giustizia (che farebbe già da sé materiale per un paio di gabinetti di governo), lo “Sblocca Italia” (cioè sblocca opere pubbliche) e le questioni internazionali che per buona parte della giornata hanno tenuto il capo del governo attaccato al telefono (con Putin, Cameron e il finlandese Stubb nell’ordine).

Cos’è successo? Quando è stata fatta fuori la presentazione della riforma della scuola dall’agenda di governo di venerdì? Cronologicamente è accaduto subito dopo l’incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica e Renzi. Il colloquio con Giorgio Napolitano si è concentrato – oltre ai tre temi che restano all’ordine del giorno -anche sulla candidatura del ministro degli Esteri Federica Mogherini a alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea. Il capo dello Stato, come scrive l’Ansa in serata, ha sempre chiesto ai diversi Governi che si sono succeduti di non mettere troppa carne al fuoco. Insomma, meglio un po’ più di tempo per confezionare provvedimenti lineari e inattaccabili di una fretta pur comprensibile, visti i tanti problemi che ha l’Italia, ma che rischia di essere controproducente. Studiare con cura, quindi, il crono-programma di una serie di riforme da far “tremare le vene nei polsi”, come ha detto lo stesso Renzi che peraltro ha messo anche la testa alla conferenza stampa di lunedì primo settembre, quella sui mille giorni.

Alle agenzie le fonti vicine al presidente del Consiglio fanno trapelare che è la scuola è un tema troppo importante per essere confinato alla fine di un consiglio dei ministri tutto incentrato sul rilancio dell’Italia, sblocco di investimenti e i tempi biblici della giustizia. Ma non è escluso che il Colle abbia invitato Renzi alla calma, a prendersi più tempo su una riforma “faticosa” come quella della scuola. – Il Fatto Quotidiano