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RCS: PROVE TECNICHE DI OPA O DI CERINO IN MANO?

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Borsa cauta alle dichiarazioni di Stefano Ricucci di essere ormai prossimo al 20% di Rcs, di avere altri 500 milioni in tasca ed esser pronto a tutte le opzioni, Opa compresa. Dopo la bagarre delle scorse settimane, il mercato é in attesa di una svolta coi fatti. E così il titolo Rcs lascia sul terreno l’1,12% a 5,8 euro, tra scambi più che dimezzati rispetto alle ultime sedute e pari a 7,5 milioni di pezzi, l’1% circa del capitale.

Dopo la comunicazione nel fine settimana di aver accresciuto al 58,05% la presa sul gruppo, intanto, non si registrano altre mosse dal fronte del Patto, di cui domani convergeranno a Roma a vario titolo diversi esponenti per la relazione di Bankitalia. Le reazioni che si registrano, intanto, oscillano tra chi, come in una partita di poker, vuole vedere il gioco di Ricucci convinto della tenuta dell’accordo, e chi pensa che cercando contatti con il Patto e ipotizzando persino un prezzo minimo per cedere la propria quota (i 4,4 euro dati a suo tempo alla Gemina dei Romiti) l’immobiliarista sveli già tutto il proprio azzardo, e con esso il rischio di restare “col cerino acceso in mano”, come notato negli ambienti vicini ai soci dell’accordo che blinda la casa editrice.

“Un’opa? La faccia pure, nessuno glielo impedisce”, hanno commentato così fonti autorevoli del Patto, assicurando che “il sindacato è molto compatto”. “Al momento non c’é motivo di convocare una riunione – hanno aggiunto – ci siamo sentiti in varie occasioni, anche recentemente, e non solo per la dichiarazione congiunta”. Anche in giornata non sono comunque mancate le rassicurazioni esplicite sulla tenuta dell’intesa, dopo la nota ufficiale vergata dai Quindici del sindacato il 18 maggio scorso. “Il Patto ha già risposto a tutto con il comunicatò, ha detto l’amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera.

“Che cosa se ne fa” d’esser già al 20% di Rcs?, si è chiesto poi l’ex presidente dell’accordo parasociale Luigi Lucchini (all’1,8% di Rcs). “Dall’altra parte c’é il 57%, anzi adesso siamo arrivati anche al 58%. A meno che non ci sia sotto qualcuno che vuole fare un’Opa… altrimenti sì, è unito. Però – ha concluso – se qualcuno lancia un’Opa, il patto si rompe”.

All’idea di un’Opa su Rcs targata Ricucci “facciamogli tanti auguri”, ha detto dal canto suo il numero uno di Piaggio Roberto Colaninno, in qualità di consigliere Mediobanca. “Non ne vedo la ragione”, ha risposto invece Francesco Merloni (socio di Rcs con l’1,5%) sull’ingresso dell’immobiliarista nel cda. Il fenomeno Ricucci sembra comunque essersi insinuato in modo indelebile nel ‘salotto buono’, rituffato in vista dell’estate in una sorta di nuova ridefinizione degli equilibri, tra un infittirsi di incontri a quattr’occhi e voci di presunte cordate al fianco di questo o quel socio.

In movimento è segnalato in particolare il numero uno di Pirelli e Telecom, Marco Tronchetti Provera. Il tutto a neppure un anno dalla faticosa ridefinizione del Patto che portò all’ingresso di Diego Della Valle, Capitalia e gruppo Ligresti. Anche in quest’ottica, intanto, sembra essersi fatta meno pressante, dopo le dimissioni di Natalino Irti, la cooptazione in cda di un nuovo consigliere indipendente, che pare possa venir affrontata nel cda che abitualmente si riunisce agli inizi di luglio e prima della pausa estiva.