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Rassegnatevi: la borsa di New York in rally solo nel 2011

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Forse è meglio rassegnarsi e tentare di abituarsi a un mercato azionario americano difficile: anche perchè, prima che la fase di rally riinizi, potrebbe passare almeno un altro anno. Parola di alcuni analisti intervistati da Associated Press.

Gli esperti ricordano che sono passati quasi quattro mesi da quando Wall Street ha testato i massimi del 2010: da allora, la fase è stata più o meno discendente, in quanto a prevalere sono stati i dubbi degli investitori riguardo alla solidità della ripresa economica americana.

Come biasimarli: basta pensare che soltanto la scorsa settimana sia la Federal Reserve che due grandi attori del settore delle vendite al dettaglio Usa, ovvero JC Penney e Kohl, hanno rivisto al ribasso gli outlook relativi al resto del 2010. In più, il numero uno di Cisco ha utilizzato le stesse parole che il presidente della Fed Ben Bernanke ha adottato per descrivere lo stato di salute della congiuntura Usa: la situazione, ha detto, è “insolitamente incerta”.

L’effetto di queste dichiarazioni non si è lasciato attendere: in quattro giorni il Dow Jones ha perso quasi 400 punti.

Detto questo, gli operatori non sembrano però aver deciso neanche in modo netto di propendere per gli smobilizzi: nel periodo compreso tra la fine di aprile e ora, Wall Street è andata infatti giù ma ha anche dato segnali di ripresa a volte sorprendenti: il 2 agosto scorso, per esempio, guardando con favore alle dichiarazioni positive di alcune società della corporate America, il Dow Jones è rimbalzato di ben 208 punti.

Ma allora, qual è la situazione in cui ci troviamo, e soprattutto ci troveremo? Subodh Kumar, strategist degli investimenti globali di Subodh Kumar & Assoc. di Toronto, fa notare come quest’anno lo Standard & Poor’s 500 abbia oscillato in un range compreso tra 1.020 e 1.217 punti. A suo avviso le cose non cambieranno molto nei prossimi mesi. “Questo ampio range verrà mantenuto fino alla metà del 2011”.(nella seduta di venerdì il listino ha chiuso a 1.079,25 punti).

Simile il giudizio di Steven Goldman, responsabile strategist dei mercati di Weeden & Co. di Greenwich, in Connecticut: “Sembra che la situazione rimarrà la stessa fino alla fine dell’anno”.

Il punto, continuano gli esperti, è che non ci sono sufficienti motivi per convincere gli investitori a brindare a qualcosa, in questo momento: le aziende, per esempio, non stanno ancora assumendo a un ritmo capace di far rientrare i milioni di disoccupati nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, molti di coloro che una occupazione ce l’hanno ancora, non riescono a pagare le loro bollette. Ci sono poi anche i problemi del mercato immobiliare Usa, e la ritrosia delle banche a erogare nuovi prestiti.

Tra i molti segnali che confermano lo scetticismo degli operatori ci sono i titoli delle aziende a piccola capitalizzazione, ergo le “small cap stocks”.
Quando credono in una ripresa solida della congiuntura, gli investitori tendono infatti a scommettere all’inizio sui titoli delle società più piccole. E a tal proposito, lo scenario non è affatto confortante: il Russell 2000 Index è in calo infatti di quasi il 18% dal massimo del 2010 testato lo scorso 23 aprile, a quota 741,92 punti.

Altre indicazioni “no” arrivano dal Dow Jones, in ribasso dell’8% dai massimi del 2010 testati il 26 aprile di quest’anno a 11.205,03 punti e dallo S%P 500, che è a -11,3% dal valore più alto del 2010, toccato il 23 aprile a 1.217,28.

In generale, poi, la sensazione è che ci vorrà davvero del tempo prima che il Dow Jones sorpassi il massimo record archiviato il 9 ottobre del 2007 a 14.164,53 punti. Sebbene in rialzo del 57% dal minimo degli ultimi 12 anni toccato il 9 marzo del 2009 a 6.547,05 punti, l’indice è infatti in ribasso rispetto al record assoluto di ancora il 27%.

Insomma, il consiglio sembra essere quello di armarsi di una buona dose di pazienza e aspettare tempi migliori: tempi migliori soprattutto per l’economia Usa, perchè la sensazione è che finchè il motore Usa non ripartirà, gli investitori continueranno ad aggrapparsi, come sempre, alla cautela.