Società

RADIO24:
SHOW DI «ZOMBIE»
CONTRO IL PREMIER

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(WSI) – Nella puntata di martedì è andata in scena la loggia massonica P2 di Licio Gelli. E lui ha tirato giù la lista: «Silvio Berlusconi, un’amnistia solleva il premier dalle conseguenze giudiziarie di aver narrato il falso sulla sua iscrizione e partecipazione alla P2… Fabrizio Cicchitto, l’onorevole che tutte le sere si affaccia ai teleschermi perché numero tre di Forza Italia dopo Bondi».

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Poi «il ministro Martino, che aveva fatto domanda proprio nei giorni della perquisizione, e Claudio Lanti, direttore di “Velina azzurra” periodico di Forza Italia, quindi Publio Fiori e Gustavo Selva…» Per essere un morto, questo «Zombie» che va in onda dal lunedì al venerdì alle 14 su Radio24 (proprietà della Confindustria) parla come un vivo infuriato. La voce e il cervello sono quelli di Diego Cugia, famiglia sarda di radici provenzali e spagnole, marchese di Sant’Orsola, classe 1953, autore radiofonico dal 1977, già Jack Folla per Radiorai, consigliere di amministrazione della Siae, romanziere, autore tv per Adriano Celentano, gran massa di capelli bianchi e occhi color ghiaccio più da attore che da uomo di lettere.

Nel gioco radiofonico, Zombie è un morto che parla. Ma mostra di conoscere bene le faccende italiane, tra un’evocazione di Elvis Presley o di Edith Piaf e Freddy Mercury. Puntata di martedì 7 febbraio: «La legge sull’inappellabilità, per esempio. Che impedirà ai pubblici ministeri di presentare appello contro le sentenze di primo grado, come quelle contro il Berlusca». Lunedì 13: «Berlusconi ha offerto a Mike Bongiorno un seggio da senatore. Un tempo si nominavano senatori Montale, Leo Valiani, Carlo Bo. Se adesso Mike Bongiorno diventa senatore, tra cinque anni nomineranno Gerry Scotti».

Stesso giorno, a proposito della mafia: «Lunardi nel 2001 aveva dichiarato “mafia e camorra sono fenomeni che ci sono sempre stati e sempre ci saranno, realtà con cui dovremo convivere”. Amen». Un aperitivo di oggi: «Se Berlusconi osasse, direbbe “Italiani, in parte ho fallito”. Non lo fa, il suo “Io” non regge questo smacco dell’altro suo “Io” più lucido (quindi opacizzato, perché non lo ascolta) e si afferra alle parallele del marketing, a quello che ha imparato in tecniche della comunicazione: mente, e spara un sogno e una promessa più lontani».

Dicono che qualche ascoltatore eccellente di Radio24, soprattutto dalle parti dell’ala di Confindustria più vicina al Cavaliere, trovi il tutto un po’ pesante: proprio per eccesso di antiberlusconismo. Il direttore di Radio24, Giancarlo Santalmassi, fa sapere di non avere commenti da fare. Si sente davvero antiberlusconiano, Cugia? «No. Zombie è un uomo libero che, con la scusa di essere un defunto che parla dall’altrove, può permettersi un distacco maggior dai fatti. Per esempio parliamo molto delle dittature, la Cina in testa. O di Cuba, dove è di fatto vietato navigare su Internet».

E poi, spiegano in redazione, basta seguire il resto della trasmissione. Ecco un passaggio: «Mi dicono: ue’ bauscia, quand’è che ci parli delle coop rosse, delle bischerate che avrebbe fatto Prodi (la vendita dell’Alfa Romeo, per esempio) o dei regimi comunisti totalitari? Bambini. A parte che con le schifezze del partito comunista cinese ho già contato tre o quattro monologhi, ma possiamo fare questo conto della serva? Avete notizie certe? Datemele: sull’Unipol, sull’Alfa Romeo, su Telekom Serbia. Ma che credete che mi metto paura?»

Sul sito, la presentazione del programma parla chiaro: «Si rivolge ai milioni di italiani che si aggirano ormai come altrettanti “zombie” tra i valori di un Paese in rovina – o presunto tale – che sembra aver perso ogni passione, ogni vitalità e ogni speranza». Ma perché quella tirata sulla P2, Cugia? «Perché mi sono rivolto ai ragazzini di vent’anni che a quei tempo nemmeno esistevano. Mi hanno ringraziato perché gli ho ricordato che pochi mesi fa Gelli disse: “sono felice, si sta realizzando il mio piano di rinascita…».

Ancora sui giovani, grande amore di Cugia: «Li ho invitati a stare attenti alle sfumature. Non è vero che non ci fosse differenza tra Bush e Kerry, basti pensare alla guerra in Iraq e cosa sarebbe accaduto con Kerry. Così ritengo che, se avessimo votato cinque anni fa per il centrosinistra e non per il centrodestra, bè, alcune… diciamo piccole ma sostanziali differenze ci sarebbero state.»

Cugia, nell’impresa, non è solo. Con lui lavora un folto gruppo di autori (Andrea Purgatori, Stefano Micocci, Luciano Francisci, Franco Rispoli, Valeria Serra, Gabriele Policardo, Frank Businaro). Nessun controllo preventivo, come da contratto. La trasmissione arriva a Radio24 chiavi in mano, autoprodotta e recapitata nove ore prima della messa in onda. La registrazione avviene «in uno studio romano. Assolutamente sconosciuto a Confindustria», ridacchia Cugia. Ma adesso, Berlusconi addio. «Siamo sotto par zombicio, da lunedì». Parola di Cugia Zombie.

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