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Raùl Castro visita salma di Lenin e chiede consigli per imbalsamare Fidel

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Roma – Raùl Castro arriva a Mosca e interrompe il lungo gelo che per 23 anni aveva interrotto la storica alleanza tra la vecchia Urss e l’isola caraibica. Una visita ufficiale di tre giorni che ha subito attirato la curiosità dei media russi ancora sensibili ad un rapporto che da politico, con gli anni, si è trasformato in semplice solidarietà umana. Il presidente cubano ha sorpreso un po’ tutti. Non solo per la sua insofferenza al rigido protocollo che ha più volte infranto trattando i padroni di casa come vecchi “compagni”. Ma per le sue richieste, non previste dal programma, che hanno messo in difficoltà gli anfitrioni della nuova Russia.

Dopo gli incontri fissati, lo scambio di vedute, i fitti conciliaboli con i dirigenti del Cremlino, Raùl ha voluto rendere omaggio alla salma di Lenin conservata sotto una teca nel mausoleo che sorge sulla piazza Rossa. La visita ha interrotto il flusso continuo di visitatori e pellegrini che dal 21 gennaio del 1924, giorno della morte del padre della rivoluzione bolscevica, ammontano a quasi venti milioni.

Nessun giornalista ha potuto seguire l’avvenimento. Ma la fitta serie di indiscrezioni che sono circolate sulla rete, forse il canale d’informazione più seguito e libero (finora) nel Paese, raccontano dettagli che il governo è stato costretto a smentire. Una scelta che, come accade spesso, si è tradotta in una conferma. Anche questa ufficiosa, senza il peso di un comunicato.

Il presidente del Consiglio di Stato cubano si sarebbe soffermato a lungo davanti alla salma di Lenin che, come è noto, è conservata in modo impeccabile grazie ad un processo di imbalsamazione tuttora misterioso. Contravvenendo alle precise disposizioni impartite dallo stesso Lenin, il suo corpo, su ordine di Stalin, fu prima esposto all’enorme folla che gli rese omaggio per l’ultima volta e poi trasferito nel feretro sistemato in un’apposita stanza con temperatura controllata.

Da oltre 80 anni la salma viene trattata periodicamente in modo da conservare sempre un aspetto “vivente”. Una volta alla settimana è ispezionata per scoprire tracce di muffa o altri fenomeni degenerativi; ogni diciotto mesi viene immersa per trenta giorni in un bagno a base di glicerolo e di acetato di potassio.

Ma la tecnica usata dal patologo ucraino Vladimir Vorobiov, assieme al medico Boris Zbarsky e uno staff di specialisti, non è mai stata svelata del tutto. Raùl Castro, ovviamente, ne aveva sentito parlare.

Mosso dalla curiosità ha chiesto e ottenuto di scendere nei sotterranei del mausoleo dove sorge il laboratorio che cura lo stato della salma di Lenin. Un privilegio consentito solo a pochissime persone, soprattutto leader politici che vantano rapporti storici con il paese. E che alimenta, da sempre, leggende e teorie suggestive.

Tanto interesse ha scatenato una ridda di ipotesi. La più citata e cliccata da migliaia di moscoviti, da due giorni appassionati alla visita del presidente cubano, sarebbe legata al progetto di applicare lo stesso trattamento alla salma di Fidèl Castro, quando il leader màximo passerà a miglior vita.

L’idea di un mausoleo con le spoglie del comandante nella piazza centrale de L’Avana è un desiderio che si fa strada da tempo. Ma per rendere immortale l’uomo che ha liberato l’isola dalla dittatura di Fulgencio Batista per trasformarla con il tempo in una nuova prigione, bisogna scoprire tecniche che restano misteriose.

Non sappiamo se Raùl Castro sia riuscito a strappare i segreti di una terapia miracolosa. Pensiamo che oltre ad aver riallacciato i rapporti con l’Impero che segnò il successo e il declino di Cuba si sia preoccupato soprattutto di far sopravvivere un mito e la rivoluzione che incarna.
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