Società

QUEL GRAN SPECULATORE
DI CHAVEZ

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I timori finanziari per il ‘socialismo’ di Hugo Chavez sembrano essere durati solo 24 ore. Oggi, dopo lo storico crollo (-18,7%) della Borsa di Caracas di ieri provocato dall’annuncio del capo dello stato sulle sue intenzioni di nazionalizzare l’impresa telefonica Cantv e la società che gestisce l’energia elettrica nella capitale – entrambe controllate da capitali Usa -, estesosi anche in tutta la regione, le operazioni locali hanno registrato un aumento del 5,76%. Uguali recuperi si sono avuti anche in quasi tutte le altri capitali latinoamericane.

A gettare acqua sul fuoco sarebbe stata l’assicurazione di Ricardo Saguino, presidente della Commissione finanze del Parlamento, secondo il quale, il governo “non farà nulla di illegale” e negozierà con gli azionisti delle imprese la loro eventuale dismissione. D’altra parte, secondo gli specialisti, il ‘martedi’ nerò di ieri è stato anche il frutto di un immediato riflesso degli operatori che hanno trovato la “perfetta scusa” per incamerare utili, dopo i forti aumenti delle azioni registratesi nel corso del 2006 in tutte le Borse della regione, Caracas compresa, visto che ha chiuso l’anno con un incremento record del 156%.

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Al di là delle nazionalizzazioni delle telecomunicazioni e dell’energia elettrica nella capitale, Chavez ha annunciato nel suo discorso di insediamento di oggi, che promuoverà una riforma costituzionale che consentirà allo Stato di controllare tutte le attività relative al gas. “Ora la Costituzione consente il controllo dello Stato solo nelle attività petrolifere”, ha spiegato il capo dello stato, ricordando che, attualmente, vari consorzi multinazionali operano nel settore del gas, senza l’intervento della Pdvsa, l’holding statale energetica. Chavez, infine, ha annunciato un’altra riforma, per cui il governo potrà gestire non solo la Pdvsa, ma anche le sue filiali. “Qui non si privatizza più niente, né filiali, né nulla”, è stata la sua spiegazione.