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Putin prepara contromossa: in tutti i modi non sarà piacevole

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MOSCA (WSI) – Finora la strategia diplomatica di Putin aveva avuto la meglio in Ucraina e anche in Siria. Lo zar sembrava essere in posizione di forza nel braccio di ferro internazionale contro l’Occidente. Almeno fino a quando le sanzioni economiche e finanziarie di Usa e Ue non hanno incominciato a fare sentire veramente i loro effetti.

I crolli dei prezzi del petrolio e del rublo senza precedenti stanno assottigliando pericolosamente le entrate della Russia e le sanzioni occidentali stanno via via colpendo le imprese energetiche russe, che stanno accumulando debiti.

Tanto che il momento in cui le sanzioni sono state imposte contro la Russia la scorsa estate è stato di recente paragonato da alcuni osservatori al crac di Lehman Brothers come l’evento scatenante la crisi finanziaria peggiore dal 1998 per i russi.

Trader e broker non sanno più cosa fare e il drastico tentativo della banca centrale russa di sostenere la valuta nazionale, alzando il costo del denaro al 17%, non ha funzionato. Il rafforzamento della moneta è durato lo spazio di una manciata di ore per poi tornare a crollare. Complice la decisione del ministero delle Finanze di vendere riserve in valute straniere, il rublo ha interrotto i cali al momento. Ma la cura è solo temporanea.

Putin si trova a dover risolvere tutta una serie di problemi molto gravi. L’economia è in piena crisi, la paura di iperinflazione ha spinto la gente a fare la corsa agli sportelli del Bancomat – per cambiare rubli in dollari – e ai supermercati. Da quando le sanzioni finanziarie sono state imposte in luglio, la Russia non ha ricevuto più finanziamenti internazionali.

Tutte le turbolenze viste di recente sui mercati non hanno invece scalfito minimamente la potenza americana. È stata colpita l’Europa (anche e sopratutto la Germania), che tanto dipende dalle risorse energetiche russe, ma non l’America.

Pugno duro di Obama: in arrivo nuove sanzioni

Inoltre in uno dei giorni più neri per la Russia, che ha subito l’ennesima fuga di capitali nel contesto di una sorta di ‘tempesta perfetta’ che ha visto crollare rublo e petrolio, Obama ha annunciato che firmerà un disegno di legge per imporre nuove sanzioni contro Mosca, sempre per il suo presunto intervento in Ucraina a favore dei ribelli filo russi.

L’ex KGB ha costruito un sistema di potere che poggia su un fiume di oro nero: peccato che si stia prosciugando. Come fa a cambiare strategia in corsa ora che ha le spalle al muro? Mosca ha due anni di tempo prima di finire definitivamente ko. Secondo i calcoli del Financial Timese le sue riserve cash saranno prosciugate nel 2016.

A inizio 2015 l’economia risprofonderà in recessione e il collasso della valuta renderà sempre più care le importazioni. Il budget statale e tutte le varie componenti del Pil ne subiranno le amare conseguenze. La mossa a sorpresa della banca centrale di portare i tassi guida al 17% dal 10,5% avrà come effetto collaterale una ricaduta negativa sulla crescita economica, a causa dell’aumento del costo del denaro.

Putin è troppo orgoglioso per cedere alle pressioni della comunità Occidentale. Non è il suo stile e non è il suo modus operandi. Mosca ha già provato a seguire tutte le manovre economiche tradizionali a sua disposizione. Ora è il momento di essere creativi.

In certe sue decisioni politiche Putin può essere sembrato anche un folle agli occhi degli occidentali, ma in realtà ha più volte dimostrato di essere un astuto stratega, come quando ha battuto l’Occidente nella guerra diplomatica in Ucraina e in Siria.

Per il Cremlino le opzioni possibili per scampare alla tempesta perfetta sono due: fare un passo indietro in Ucraina oppure rincarare la dose. Magari attaccando un altro paese vicino, come temono da tempo gli Stati balcanici confinanti e la Polonia.

(DaC)