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PROGRAM TRADING, MANIA DEGLI SHORT

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I program trading dei grandi investitori istituzionali e degli hedge funds sono ormai diventati il canale dominante tramite cui le azioni sono comprate e vendute a Wall Street.

Come e’ possibile infatti che l’indice Dow Jones lunedi’ scorso abbia registrato un’oscillazione complessiva di 900 punti (uno sbalzo pauroso che non ha precedenti nella storia del New York Stock Exchange) fenomeno che ha permesso alla fine all’indice delle blu chips di chiudere con un mega-rialzo di 440 punti?

Vi spieghiamo in un’analisi dettagliata cosa sta succedendo alla borsa americana, preda in questi mesi delle “mani forti”; e vi spieghiamo quali sono i rischi del ripetere, utilizzando questi strumenti, gli errori gia’ compiuti nel crash del 1987.

Nell’ultima settimana di giugno, la piu’ recente di cui si hanno i dati, i programmi computerizzati di trading per la prima volta hanno sorpassato ogni altro metodo di trading, contando per il 51% del volume totale al New York Stock Exchange.

(Il program trading consiste nell’acquisto o nella vendita di un paniere di azioni, invece di una singola azione).

“I program trading sono diventati senza troppo dare nell’occhio una enorme forza responsabile dell’andamento del mercato”, spiega Mike Wagner, responsabile di Wagner Trading, una societa’ specializzata nel monitoraggio di questo comparto. “Stanno davvero cambiando la scenografia della borsa americana”.

Il fenomeno e’ clamoroso, perche’ il sistema dei program trading e’ utilizzato sempre di piu’ oggi non soltanto dai tradizionali money manager, ma soprattutto dai gestori di un numero crescente di hedge funds che se ne servono abitualmente per shortare gruppi di azioni che hanno in portafoglio.

Ebbene, quando le due forze (money manager e hedge funds) si incontrano sullo stesso terreno, allora il mercato Usa si muove in modo davvero eccezionale.

E’ quello che e’ successo lunedi’ 15 luglio, con l’indice Dow Jones Industrials in oscillazione tra minimi e massimi di circa 900 punti, un’ampiezza da pre-capitolazione che non ha precedenti storici al New York Stock Exchange.

Tutto e’ cominciato quando le blue chips del Dow erano in ribasso di 440 punti, nel primo pomeriggio. Ad un certo punto, a 90 minuti dalla fine della seduta, gli investitori istizionali sono intervenuti comprando massicciamente azioni.

Cosa e’ successo? Il Dow era sceso molto vicino ai minimi del 21 settembre, e quindi i gestori hanno ritenuto che l’indice delle blu chips fosse sceso a livelli tecnici che consentivano ormai di cominciare a prendere posizioni lunghe.

Quando si e’ avuta la prima inversione di tendenza del mercato, sono entrati in azione gli shorts, che usando massicciamente i program trading a quel punto si sono affrettati ad avviare un piano il piu’ rapido possibile di ricoperture.

Risultato: il maxi-rimbalzo di 440 punti nell’ultima ora e mezzo di contrattazioni a Wall Street. Il volume e’ stato molto alto, 673 milioni di azioni sono passate di mano in appena 90 minuti, il che corrisponde a un terzo di cio’ che al Nyse viene scambiato nell’arco dell’intera seduta.

L’utilizzo dei program trading e’ stato gia’ criticato in passato, specialmente per il ruolo che questi strumenti hanno avuto nel crash dell’ottobre 1987.

Una riforma varata in fretta e furia dopo quel crollo ha fatto si’ che alcuni eccessi siano stati in effetti smussati; per esempio gli index-arbitrage, la forma piu’ volatile di program trading, vengono vietati al Big Board nel momento in cui il DJIA sale o crolla in modo troppo brusco. In questo caso scatta la sospensione degli ordini automatici di acquisto.

(Gli index arbitrage comprendono transazioni di diversi tipi di azioni con le quali gli investitori tentano di trarre vantaggio dalle differenze di prezzo tra le azioni e i futures corrispondenti).

Con il mercato azionario in mano alle “mani forti” di money manager e gestori di hedge funds, con i fondi preoccupati per il logoramento dei portafogli azionari di milioni di investitori americani e del resto del mondo, il rischio e’ che in giornata ad alti volumi si ripetano gli eccessi e gli errori compiuti con i program trading durante il crash dell’ottobre 1987.

Sedauna parte gli istituzionali cercando di evitare la capitolazione e il panic selling per non rompere completamente il giocattolo, dall’altra e’ anche vero che senza capitolazione non si possono porre le premesse per una ripresa dei corsi azionari.