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Profumo: da Unicredit alla politica

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Roma – Profumo di candidatura per Profumo. Arriva da Labro (Rieti), dove sul palco della seconda edizione della festa nazionale dell’Alleanza per l’Italia rutelliana, è nata una sorta di liaison tra Pierferdinando Casini, segretario dell’Udc, e per l’appunto Alessandro Profumo, ex amministratore delegato di Unicredit. Tutto ha avuto inizio quando, nel corso di un dibattito pomeridiano sul palco sabino, Profumo ha dato il suo giudizio tranchant sulla manovra varata dal governo e ora all’esame del Senato. «La manovra non è adeguata nelle quantità ed è assolutamente insostenibile», ha detto Profumo.

Che ha poi abbozzato la sua ricetta di massima per uscire dalle secche della crisi. «Serve – ha detto il manager – una patrimoniale molto rilevante per risolvere lo stock di debito. Bisogna rivedere i meccanismi di spesa, uscendo dalla mentalità dei tagli lineari, ed entrare in quella dei tagli quantitativi». «Tutto questo – ha precisato l’ex ad di Unicredit – richiede una forza politica che non esiste assolutamente. La situazione è insostenibile e stiamo ballando sull’orlo del baratro».

Parole più da leader politico che da economista. E infatti Profumo ha risposto a una domanda su una sua possibile «discesa in campo» come se non aspettasse altro: «Da parte mia c’è la passione per la politica. A 54 anni mi metto in gioco se c’è bisogno di un contributo per far funzionare le cose». Un assist subito raccolto da Casini, che ha trasformato la disponibilità malcelata di Profumo in una sorta di invito: «Profumo – ha detto il leader centrista – è uno che ha un sacco di soldi, ha lavorato bene, è una delle persone più intelligenti del Paese».

Poi Casini si è rivolto direttamente al top manager, seduto in platea: «E fai politica perché come ministro dell’Economia ti vedrei benissimo».
Ma attenzione. Nemmeno Casini pensa che Profumo da solo risolverebbe tutti i problemi: «Non può essere visto come l’uomo della provvidenza, ma come uno che lavora, si impegna e fa del suo. Profumo è uno che potrà dare una mano. È così che si deve fare».

Del resto, ha proseguito il segretario Udc, «la politica non ha alternative: bisogna sporcarsi le mani e farla». E comunque, «stiamo attenti perché il modello berlusconiano ha contagiato tutti, tanti che si presentano come l’uomo della provvidenza, sia a destra sia a sinistra», ha detto Casini riferendosi non soltanto a Profumo, ma anche a Luca Cordero di Montezemolo, un altro «asso» in pectore del composito fronte antiberlusconiano.

Casini ha poi dipinto un quadro della manovra («hanno cambiato idea 3 o 4 volte. Qui si sta scherzando con il fuoco. Le entrate sono molto figurative e ballerine rispetto a quanto ci chiede l’Ue») e sulla situazione economica in generale: «Se arriviamo al 2013 con questa situazione andiamo nel baratro prima. Anche Berlusconi deve capire qual è il costo politico di un tirare a campare: sta sfibrando anche la capacità elettorale del Pdl. Andare avanti così è un egoismo che non tiene conto del Paese».

Per Casini servirebbe una grande coalizione di responsabilità nazionale «in grado di governare l’Italia». Uno scenario chiaro, però tutt’altro che agevole da ipotizzare. «Ci arriveremo? Non lo so», ha aggiunto Casini. Il quale se non altro è convinto che la crisi in atto «porterà ad atti di virtuosità la politica. Saranno i mercati a determinare comportamenti virtuosi da parte di tutti, scelte di accordo anziché di contrapposizione laceranti».
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