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PROFESSIONISTI INTERNET, DILETTANTI D’AZIENDA

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La New Economy ha portato in borsa molte giovani società del settore tecnologico che, dopo aver raccolto capitali, per la prima volta si trovano a dover organizzare l’assemblea degli azionisti.

Un sondaggio condotto tra 206 società high-tech, sbarcate sul tabellone elettronico del Nasdaq lo scorso anno, rivela un particolare sorprendente: quando si parla di soldi, meglio non fidarsi di Internet.

Il questionario, curato dal Nasdaq in collaborazione con la società di consulenza Ernst & Young, è stato distribuito agli amministratori delegati, ai responsabili finanziari e ai responsabili delle relazioni con gli investitori per capire come avessero intenzione di organizzare l’assemblea annuale degli azionisti.

Più della metà delle società interpellate ha manifestato l’intenzione di organizzare l’assemblea in una sala d’albergo o in un centro conferenze, mentre solo il 3% ha preso in considerazione l’ipotesi di gestire l’evento come una videoconferenza online.

Persino tra le società Internet, le cosiddette “dot.com”, il ricorso alle nuove tecnologie è molto più limitato di quanto ci si potesse aspettare.

Il 54% delle società ha dichiarato di non aver alcuna intenzione di trasmettere l’assemblea in diretta attraverso Internet, mentre il 28% sta ancora valutando l’ipotesi senza aver preso una decisione definitiva.

La riluttanza verso la Rete si spinge a punte estreme: il 29% degli intervistati preferisce non pubblicare su Internet i risultati di bilancio, affidandosi piuttosto alla fotocopiatrice.

I responsabili delle “dot.com” giustificano un atteggiamento così conservatore con l’impressione che investitori e pubblico in generale non siano interessati alla possibilità di accedere alle informazioni finanziarie che riguardano la società attraverso Internet.

Un’affermazione che lascia di sale, con tutto il parlare che si fa della Rete come strumento di comunicazione universale.

Altri fattori deterrenti all’utilizzo di Internet quale alternativa o complementare a una tradizionale assemblea degli azionisti risultano essere gli alti costi e la scarsa affidabilità delle tecnologie.

Tra le società che sono disposte a trasmettere l’assemblea attraverso Internet, solo il 26% considera l’ipotesi di ammettere la possibilità di votare online.

Il quadro che emerge dall’inchiesta sembrerebbe rappresentare gli orientamenti di un gruppo di attività manifatturiere piuttosto che le più aggressive e promettenti società della New Economy.

I ricercatori, per sfumare un risultato così sconsolante, insistono sul fatto che, nell’era della comunicazione elettronica, l’assemblea annuale degli azionisti sta perdendo progressivamente importanza.

I risultati tuttavia lasciano pensare piuttosto che le “dot.com” non abbiano ancora elaborato una strategia di comunicazione con gli azionisti e che quindi non sappiano esattamente quali informazioni mettere a disposizione e come confezionarle.

Internet è uno strumento di comunicazione di straordinaria potenza e forse questi giovani rampanti hanno paura di presentarsi nudi agli investitori.