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Processo breve in manovra. Tasse: Tremonti batte Lega

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Roma – Sulla manovra finanziaria il vertice di maggioranza segna una “tregua” tra Silvio Berlusconi e il ministro dell’ economia Giulio Tremonti in attesa del consiglio dei ministri di domani.

Nella bozza della manovra finanziaria vi sono poi diverse misure che riguardano la giustizia: alcune norme del cosiddetto ‘processo breve’ e altre riguardanti la sospensione dei procedimenti. Sulle tasse passa la linea Tremonti, contraria ad una eventuale riduzione, chiesta invece dalla Lega a Pontida.

Nelle 83 pagine del documento licenziato durante il vertice di maggioranza, sono inoltre riportati interi stralci della legge ideata per garantire l’impunità al premier (leggi secondo articolo in basso).

MANOVRA: SU PENSIONI SI TRATTA,TORNA TICKET

di Francesco Carbone, Ansa

Due miliardi subito per coprire le spese inderogabili, circa 5 sul 2012 e 20 sia su 2013 sia su 2014: la manovra arriva così a circa 47 miliardi, un po’ più dei 43 inizialmente ipotizzati. Ma sulle singole misure, emerse dalle bozze circolate oggi, ancora si tratta. E ci sono 48 ore per eventuali modifiche.

E’ il caso della norma per aumentare a 65 anni l’età per la pensione delle donne nel settore privato che, da quanto si apprende, potrebbe essere ‘ammorbidita’ o addirittura saltare dal testo. E ulteriori novità potrebbero arrivare sia sul fronte ‘fiscale’ (nella bozza manca questa parte) sia sui tagli alla politica. Sul fronte fiscale non è ad esempio ancora noto se l’ipotizzato aumento delle aliquote Iva più alte (all’11 e 21%), negato anche oggi dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani, venga invece ricompreso tra le ‘coperture’ della manovra restando ‘disponibile’ anche per la successiva riforma fiscale per la quale verrebbe presentata solo una richiesta di delega, non i contenuti (“non ci sarà ora il taglio delle tasse”, conferma Umberto Bossi).

E anche il capitolo dei tagli alla politica non è ancora definito. Oltre alle poche pagine circolate nei giorni scorsi avanza però l’ipotesi (lo dice il ministro delle politiche agricole Saverio Romani dopo il vertice a Palazzo Grazioli) che ad essere ‘alleggeriti’ possano essere gli stessi ministri. Dal prossimo mese infatti – dice Romani – potrebbero prendere solo lo stipendio da parlamentari. E sempre Romano annuncia che per gli interventi sul 2011 si pensa di far pagare soprattutto le banche, anche se non si precisa in che modo e nel testo della bozza non c’é nessun riferimento. L’ipotesi di tassare le transazioni viene però già fortemente osteggiata da Borsa italiana che esprime “profonda preoccupazione” sulle indiscrezioni circa la volontà del governo di introdurre all’interno della manovra economica una tassazione sulle transazioni finanziarie. E mentre l’opposizione parte a testa bassa commentando negativamente le prime ipotesi (“siamo alla farsa drammatica”, dice ad esempio Pier Luigi Bersani) la manovra prende via via forma verso l’ultimo appuntamento di giovedì in Cdm prima dell’avvio del cammino parlamentare.

Colpiti i dipendenti pubblici, pensioni in aumento progressivo e ritorno dei ticket sanitari: se non si troveranno risorse scatterà un aggravio del 10% dal 2012. Ma ci sono anche liberalizzazioni delle professioni, privatizzazione della Croce rossa, alleggerimento del patto di stabilità interno per i comuni virtuosi (come chiesto dalla Lega), e interventi su scuola e sanità.

Insomma il menù si va definendo e il Governo, per risanare i conti e raggiungere il pareggio nel 2014, presenta il ‘conto’ un po’ a tutti. Persino alle badanti che se sposeranno uomini molto più vecchi di loro si vedranno decurtare l’assegno di reversibilità. Ma il cantiere è tutt’altro che chiuso e le prossime ore potrebbero regalare moltissime, inattese, novità. Con Bossi che avverte: il governo rischia fin quando non è passata la manovra. Insomma “bisogna lavorarci ancora”.

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Roma – Ecco perché erano tutti d’accordo, ecco perché dentro questa finanziaria c’è qualcosa che rende coesa la maggioranza e mette fine addirittura alla proverbiale arroganza di Tremonti. Nelle ultime venti pagine della bozza della manovra economica, che il consiglio dei ministri si appresta ad approvare entro giovedì, c’è qualcosa di molto caro a Berlusconi: il processo breve. Ovvero la legge che cancella non solo la maggior parte dei processi del presidente del Consiglio, ma anche altri 100 mila, secondo i dati di Csm e Anm dei mesi scorsi.

Nella bozza sono stati copiati parola per parola interi brani del disegno di legge ammazzaprocessi. Nell’articolato, per esempio, si legge: “Il processo penale si considera iniziato alla data di assunzione della qualità di imputato. Non rilevano, agli stessi fini, i periodi conseguenti ai rinvii del procedimento richiesti o consentiti dalla parte, nel limite di novanta giorni ciascuno.

3-ter. Non sono considerati irragionevoli, nel computo del periodo di cui al comma 3, lettera a), i periodi che non eccedono la durata di due anni per il primo grado, di due anni per il grado di appello e di ulteriori due anni per il giudizio di legittimità, nonché di un altro anno per ogni successivo grado di giudizio nel caso di giudizio di rinvio. Il giudice, in applicazione dei parametri di cui al comma 2, può aumentare fino alla metà i termini di cui al presente comma”.

Al contrario di quanto scrivono oggi tutti i giornali, insomma, anche il processo penale (e non solo quello civile) secondo la bozza di manovra deve durare sei anni. Ma non basta. Il copia incolla con la norma accantonata (momentaneamente) dopo le violente polemiche di magistrati e opposizioni, prosegue in molti altri articoli. Anche se non è riportato quello che prevedeva l’estinzione del processo in caso di superamento dei termini.

Tutto invece si gioca intorno alla questione dei risarcimenti. Sino a oggi, in base alla legge Pinto sulla equa riparazione, un cittadino aveva diritto a un indennizzo se il processo di primo grado durava più di tre anni. Adesso il termine scende a due e scatta dal momento della richiesta di rinvio a giudizio. Per come è organizzata la macchina della giustizia, dunque, la maggioranza degli imputati potrà chiedere il risarcimento con enormi costi per lo Stato.

Nella manovra c’ è anche una precisa scansione: “Per ciascun giorno di ritardo (del processo ndr) è liquidato un indennizzo di euro 2,50, che può essere equitativamente ridotto fino a euro 2,00 o elevato fino a euro 3,00; l’indennizzo può essere ridotto fino a euro 0,50 quando il procedimento cui l’istanza di equa riparazione si riferisce è stato definito con il rigetto delle richieste del ricorrente, ovvero quando ne è evidente l’infondatezza”. Ma non basta. I risarcimenti potranno essere richiesti a processo in corso. Per esempio, oggi il pm chiede il rinvio a giudizio di un imputato. Dopo un anno e mezzo l’imputato avrà diritto a cominciare a mettere in mora i suoi giudici, dicendo in buona sostanza: sono passati 18 mesi, entro 6 mesi voglio la sentenza. Se non arriva, a quel punto può scattare il risarcimento. E gli atti del processo non ancora chiuso vengono esaminati da un altro giudice.

La novità è stata evidentemente architetta in previsione dell’introduzione di tutto il processo breve. Con le nuove norme è infatti inevitabile un enorme aumento delle cifre liquidate per la lungaggine dei processi. E ulteriore sovraccarico di lavoro (e confusione) nei tribunali. Con imputati, magari colpevoli, che vengono prima risarciti e poi condannati penalmente. C’è da chiedersi: è questa la “riforma epocale” annunciata da Silvio Berlusconi?

“C’è un limite oltre il quale la politica diventa criminale e va fermata a ogni costo, prima che sia troppo tardi”, dice Antonio Di Pietro. Sorpreso di trovare nel testo di una manovra economica un pezzo delle norme sul processo breve. “Berlusconi e la sua maggioranza non hanno capito che 27 milioni di italiani hanno detto basta alle leggi ad personam”, aggiunge il leader dell’Idv. “Ci auguriamo che prevalga il senso di responsabilità nei confronti del Paese e che questa maggioranza ritiri questa norma così vergognosa e da criminali. L’Italia dei Valori si opporrà a questo scempio della Costituzione”.

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