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Prezzo del petrolio in rialzo dopo il taglio dell’Opec

Il taglio della produzione del petrolio sarà esteso a tutto il 2024: è questo, in estrema sintesi, il nuovo accordo raggiungo dall’Opec+, che ha fissato a 40,46 milioni di barili al giorno il target della produzione di petrolio per il 2024. Ad annunciarlo è stata la stessa Opec+ attraverso una nota. L’Arabia Saudita, inoltre, prorogherà il proprio taglio volontario di 500mila barili al giorno alla produzione di petrolio.

Alexander Novak, il vice primo ministro russo incaricato per le risorse energetiche, ritiene che l’estensione dei tagli da parte dell’Opec+ dovrebbe assicurare la stabilità del mercato. Tra Arabai Saudita e Russia, secondo Novak, non ci sarebbe alcun disaccordo.

Opec+ confermato taglio del petrolio

L’Opec+ ha sostanzialmente confermato il taglio del petrolio per tutti il 2024. I paesi che vi fanno parte hanno deciso di tornare a riunirsi, a livello ministeriale, ogni sei mesi. La prossima riunione dovrebbe svolgersi il prossimo 26 novembre a Vienna.

Il principe Abdulaziz Bin Salman, ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita ha anticipato che i paesi dell’Opec starebbero preparando delle soluzioni inaspettate, affermando che “non potete nemmeno immaginare di cosa stiamo discutendo“. Secondo quanto riporta la Reuters, i membri più influenti dell’Opec e i maggiori produttori del Golfo guidati dall’Arabia Saudita hanno cercato di convincere le nazioni africane a bassa produzione come la Nigeria e l’Angola ad avere obiettivi di produzione più realistici.

L’Opec+ ritiene che il contesto risulti essere sempre più complicato. La domanda di petrolio continua a rimanere incerta ed i prezzi restano volatili. Proprio per questo motivo ad aprile l’Opec+ aveva già annunciato un taglio della produzione a sorpresa. Questa mossa aveva innescato un breve rally dei prezzi del greggio, anche se è rimasto sotto i livelli di un anno fa.

Ricordiamo che nel corso dell ultime settimane i prezzi del petrolio hanno chiuso al rialzo, beneficiando anche dell’approvazione del disegno di legge statunitense per innalzare il tetto del debito: una mossa che eviterà al paese di andare in default.

Venerdì, a Londra, il Brent si è attestato a 76,08 dollari al barile, registrando un rialzo del 2,45% rispetto alla chiusura della seduta precedente, mentre il prezzo del Wti è salito del 2,64% a 71,74 dollari. Siamo ancora lontani dai prezzi che sta cercando l’Opec+, che vorrebbe arrivare a superare la soglia degli 80 dollari.

Le conseguenze di questa decisione

Le quotazioni internazionali dei carburanti sono in crescita. Per il momento, in Italia, non sono ancora stati registrati dei movimenti degli operatori sui prezzi raccomandati su benzina e gasolio. L’Eni, però, ha deciso di tagliare il prezzo raccomandato del Gpl di tre centesimi. In controtendenza i prezzi dei carburanti alla pompa, che nel lungo fine settimana del 2 giugno sono leggermente scesi. In picchiata i prezzi del metano, che toccano quota 1,5 euro/kg per la prima volta da ottobre 2021. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, IP ha ridotto di due centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e di un cent/litro quelli del gasolio. Per Tamoil registriamo un ribasso di un centesimo al litro sulla benzina.

Gli analisti ritengono che i tagli alla produzione, decisi direttamente dall’Opec, potrebbero portare far salire nuovamente il prezzo dell’energia, benzina e gasolio compresi.

Gli analisti di Equita ritengono che “la decisione possa avere impatti rialzisti sui prezzi del greggio solo nel breve termine e a cifra singola in quanto il taglio deciso dall’Arabia Saudita riguarda al momento solo il mese di luglio. La decisione è segnaletica per i sauditi circa il mantenimento della stabilità dei prezzi del greggio”. Gli esperti di Intermonte, invece, pongono l’attenzione sul fatto che “il mercato petrolifero deve affrontare venti contrari a causa di una riapertura irregolare dell’economia cinese, problemi bancari statunitensi, alti tassi di interesse e forte crescita della produzione petrolifera al di fuori dell’Opec+, compresi Stati Uniti, Canada, Brasile, Norvegia e Guyana. In termini di domanda mondiale di petrolio e fondamentali dell’offerta, il taglio probabilmente espanderà un deficit di offerta precedentemente previsto nel terzo trimestre di quest’anno. I prezzi sono stati deboli ultimamente e l’impatto di questo taglio resta da valutare”.