Economia

Prelievo forzoso conti. Qui è già realtà, tra panico correntisti

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GINEVRA (WSI) – Un piccolo segnale d’allarme arriva per i risparmiatori italiani dalla Svizzera. Una delle banche più prestigiose e importanti della Svizzera, Edmond de Rothschild, avrebbe iniziato ad applicare un prelievo annuo dello 0,4% sui conti che sforano quota 100 mila euro.

Ma perché i risparmiatori italiani dovrebbero preoccuparsi? Perché sono italiani i tre quarti della clientela della banca ma anche perchè – come sottolinea l’articolo  de Il Giornale che ha riportato la notizia- “non è escluso che, prima o poi, arrivi una circolare della tua filiale che ti chieda di sborsare quattrini solo per tenere al fresco il gruzzoletto”.

“Ora ci potrebbe essere il balzello sui tassi negativi dei depositi, visto che sei stato prudente e non hai dilapidato i tuoi soldi. Se per le grandi ricchezze il prelievo potrà avere una logica, prima o poi il salasso potrebbe colpire i ceti medi. Finirà che gli italiani torneranno al materasso, come caveau a costo zero”.

Nell’articolo a firma di Giancarlo Mazzucca vengono ricostruiti anche i motivi che hanno portato a questa situazione, parlando di una congiuntura dei tassi sottozero.  Da una parte le banche che dichiarano di essere alle strette, dall’altra la Bce che impone un prelievo sui fondi depositati a Francoforte che le stesse banche non hanno riversato sui propri clienti.

“Ma fino a quando l’andamento congiunturale resterà negativo? L’Abi getta acqua sul fuoco. Saremmo in una botte di ferro. Se, infatti, la banca centrale elvetica pratica un tasso negativo dello 0,75%, nell’area euro si va dallo 0,4 in negativo allo zero e, quindi, non ci sarebbe, per ora, il rischio di ripetere quanto avviene a Lugano. Chi stanno, relativamente, meglio sono, gli Stati Uniti, dove il tasso d’interesse è allo 0,5%”.

Infine un consiglio: attenzione a fare i furbi visto che le ultime vicende, dai Panama Papers al prelievo sui conti in Svizzera, hanno dimostrato che di questi tempi non conviene.

“E domani? Staremo a vedere, ma, con il «non c’è due senza tre», è d’obbligo, comunque, toccare ferro”.

Fonte: Il Giornale.