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Prada: $2,6 miliardi dalla quotazione in borsa. Ipo ad Hong Kong

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Con un prezzo per azione tra $4,7 e $6,2, la società milanese di moda Prada potrebbe raccogliere fino a $2,6 miliardi dall’Ipo di Hong Kong, secondo quanto riporta Bloomberg. La casa di moda di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada snobba Milano e si quota sulla borsa della citta’/stato cinese, dove il mercato e’ molto piu’ interessante.

Seguendo il range di prezzo, l’offerta pubblica dovrebbe variare tra $2 miliardi e $2,6 miliardi e potrebbe diventare la più importante nel settore dei beni di consumo a Hong Kong, raddoppiando il record di $1,3 miliardi raggiunto in precedenza da Belle International Holding.

L’Ipo valuta Prada circa 28 volte gli utili 2011 stimati dalle banche, scrive Bloomberg, un valore abbastanza alto se si pensa che altri 6 marchi altrettanto importanti, tra cui Burberry, scambiano a una media di 21,1 volte, secondo i dati di Goldman Sachs.

Giusto la scorsa settimana Prada ha stimato una crescita dei risultati di metà anno del 46%, in linea con l’apertura di numerosi negozi in Asia e in altre economie emergenti. Nel corso di quest’anno fiscale l’idea è di aprire altri 80 nuovi punti vendita, di cui 25 proprio nella regione Asia-Pacifico.

In tandem con la crescita dell’economia, in Cina il mercato del lusso dovrebbe subire una forte espansione nei prossimi anni, con vendite a $16,8 miliardi nel 2011 (+25%), secondo la società di consulenza Bain & Co., riporta Bloomberg. Nei prossimi cinque anni il dragone dovrebbe diventare il terzo mercato mondiale per questi prodotti.

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«In ottobre le vendite di Prada hanno registrato il segno più, con sintomi di ripresa un po’ dappertutto, anche in America. Anche la campagna vendite per la primavera-estate 2010 l’abbiamo chiusa in positivo: o eravamo stati prudenti nel budget oppure i prodotti erano giusti».

Patrizio Bertelli, amministratore delegato del gruppo Prada, siede nello storico negozio del marchio in Galleria Vittorio Emanuele. Con la moglie, la stilista Miuccia Prada, in tailleur estivo di shantung grigio e sandali in plexi della sfilata di fine settembre, sta presentando il monumentale libro (708 pagine) che testimonia la trentennale attività della coppia non soltanto nella moda, ma anche nell’architettura, collaborando con archi-star del calibro di Rem Koolhaas e Herzog&deMeuron, nella comunicazione, nel cinema e nell’arte, in primis con Germano Celant (per non parlare dello sport, dove i successi di Luna Rossa hanno tenuti incollati milioni di italiani alla tv in piena notte per seguire in diretta le regate in Nuova Zelanda). Un approccio innovativo e «spesso spiazzante, dunque a volte criticato», come l’ha definito Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia.
Bertelli, abito grigio e golf girocollo nero, ha spiegato che «l’intenzione non è evocativa: il libro serve anche a noi per non perdere di vista quello che abbiamo fatto dal ’78 in avanti e per rivisitarlo in chiave prospettica. Faremo di nuovo il punto tra dieci anni, sperando di esserci perché può essere che altre persone prendano il nostro posto».

Un’affermazione che potrebbe – almeno in linea teorica – dare adito a un interrogativi forti, che però l’imprenditore aretino stronca sul nascere: «Spazio ai figli? Con Miuccia non parliamo affatto di questo tema, perché ci sentiamo forti sul piano psicologico e fisico. Sono eventi che matureranno nel momento opportuno, ma ora il momento opportuno non c’è. E poi i figli, eventualmente, inizieranno la carriera dal magazzino. Poi si vedrà».
Bertelli ha confermato che il nuovo museo ideato da Koolhaas per ospitare la Fondazione Prada – e le opere, alcune di enormi dimensioni, collezionate dalla coppia a caccia di talenti affermati o nuovi – va avanti e sarà realizzato nella periferia industriale di Milano. I tempi? «Saremo pronti prima dell’Expo, nel 2014». Possibile anche la creazione di nuovi Epicentri, dopo quelli di New York, Los Angeles e Tokyo. «Non in Italia – ha concluso Bertelli – dove l’iter autorizzativo è complesso. In questo momento pensiamo a Shanghai». Un vecchio sogno di Miuccia.

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