Che sia la soluzione o l’origine dei problemi che affliggono il Vecchio Continente, l’Unione Europea piace sempre meno a tutti i popoli che l’abitano: risultato, popolarità a picco. E’ quanto rivela l’ultimo sondaggio dell’istituto americano Pew, che fotografa un consenso verso l’Unione che, soprattutto nell’ultimo anno, è piombato a livelli quantomai bassi.
I Paesi che si sono allontanati di più dagli antichi entusiasmi sono di matrice mediterranea: in primis la Spagna, la cui popolazione rispetto al 2007, vede scendere il consenso verso l’Ue dall’80 al 47%, nello stesso periodo l’Italia la percentuale è scesa dal 78 al 58%. La Francia ha attraversato, tra il 2004 e il 2016, un calo del sostegno all’Ue dal 64 al 38%, mentre il Regno Unito, pur con tutta la contrarietà espressa dalla campagna pro Brexit, ha visto una discesa più contenuta, dal 54 al 44%.
Sono questi i numeri di un malessere che, già da tempo, si è riversato a sostegno di formazioni politiche euroscettiche il cui obiettivo è riportare maggiori poteri in patria.
Tra i risultati più stupefacenti della ricerca, tuttavia, è la popolarità dell’Ue tra i polacchi e gli ungheresi, pari rispettivamente, al 72% e al 61% degli intervistati; molto più di quello tributato dai tedeschi, il 50%. Il dato fa riflettere, visto che a capo della Polonia e dell’Ungheria ci sono due governi dichiaratamente nazionalisti e ben gelosi della propria sovranità: basti pensare alla risolutezza con la quale il premier ungherese, Viktor Orban, ha tirato dritto nel costruire la barriera di filo spinato anti-migranti.
Non sorprende, infine, che i meno favorevoli all’Ue siano i greci, la cui esperienza nella moneta unica si è rivelata drammatica: solo il 24% degli intervistati, infatti, supporta Bruxelles.
Per quanto cresca l’euroscetticismo, i favorevoli all’uscita dall’Unione Europea non raggiungono la maggioranza assoluta: secondo un sondaggio Ipsos, in un ipotetico referendum voterebbero per l’abbandono il 41% dei francesi, il 34% dei tedeschi e il 48% degli italiani.