Mercati

Polizze vita, raccolta in discesa. L’impatto su banche e reti di consulenza

Agli italiani non piacciono le polizze. Neanche le polizze vita, la cui raccolta è in discesa da 6 anni: è passata infatti dai 43,7 miliardi di euro del 2014 ai 15,4 miliardi del 2022. La raccolta totale dei premi vita (includendo anche malattia ramo IV e fondi pensione aperti) è passata dai 105,9 miliardi di euro del 2021 ai 94,2 del 2022, secondo i dati di Ivass. Non solo: il trend è destinato a persistere in futuro.

Il calo della raccolta delle polizze vita

Secondo un’analisi condotta da Excellence Consulting su dati Ivass, in assenza di fattori nuovi e di cambiamenti del trend, nel 2026 la raccolta netta delle polizze vita potrebbe diventare stabilmente negativa, come già accaduto peraltro nel primo trimestre 2023.

Dall’agosto 2022 al marzo 2023 è inoltre in corso una corsa ai riscatti delle polizze vita, saliti dello 0,75%. Vediamo le cause della riduzione della raccolta delle polizze vita.

I motivi del calo della raccolta delle polizze vita

Sul calo della raccolta delle polizze vita ha senz’altro influito il rialzo dei tassi d’interesse, che ha reso palesemente obsolete le polizze di ramo I: la stragrande maggioranza, che solitamente hanno come sottostante perlopiù titoli di Stato o corporate bond di primarie società. Queste assicurazioni offrivano un rendimento garantito pari a zero o poco di più, eredità di un lungo periodo in cui i tassi sono stati a zero o sottozero. I rendimenti effettivi sono destinati a salire, ma servirà del tempo. Tuttavia, con il rialzo dei tassi i titoli di Stato e altre obbligazioni sono diventati più appetibili, provocando i disinvestimenti nelle polizze ramo I. Meno colpite dai riscatti le polizze ramo III, che hanno come sottostante soprattutto titoli di Stato o corporate bond di primarie società.

Sicuramente hanno influito sui riscatti anche la maggiore esigenza di liquidità, dovuta all’inflazione galoppante, oltre che la crescente incidenza dei sinistri.

L’effetto Eurovita

Inoltre sul calo della raccolta delle polizze ha pesato anche “l’effetto Eurovita“, ossia la perdita di fiducia nel settore assicurativo tout court a seguito del caso Eurovita, finita sull’orlo del fallimento e per cui si attende il salvataggio da parte di una newco, che dovrà rilevare i portafogli della compagnia assicurativa. I timori dei risparmiatori verso il settore assicurativo traspaiono dai dati di Ania relativi ai primi 5 mesi del 2023, che mostrano un calo della raccolta totale dei premi vita del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’impatto sulle reti di consulenza

La “crisi delle polizze vita” ha avuto un impatto anche sulle reti di consulenza finanziaria e sulle banche collocatrici, alle prese con un maggior numero di richieste di riscatto, con conseguenti deflussi di capitale e calo dei contratti. Tuttavia, i deflussi sono stati meno marcati nel caso in cui le banche e i promotori facevano parte di un “sistema integrato” dove è presente anche la compagnia d’assicurazione, quali Intesa Sanpaolo, Banca Mediolanum e Poste Italiane. Nel frattempo, la quota di mercato della bancassicurazione è rimasta stazionaria al 75%, ma con una diminuzione della quota delle banche e una crescita dei consulenti finanziari.